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Dopo 112 anni l’Italia ricorda le vittime della miniera di Monongah. A Matera protagoniste le scuole molisane e lucane

Il prossimo 9 dicembre docenti e studenti di diversi Istituti superiori di Basilicata e Molise presenteranno i risultati di un progetto didattico incluso in un bando promosso dall’INAIL e dall’Associazione Nazionale tra Mutilati e Invalidi del Lavoro

Lunedì 9 dicembre nell’auditorium comunale della Capitale Europea della Cultura le delegazioni delle 11 scuole superiori vincitrici del Bando Inail-Anmil illustreranno i propri elaborati con una sintesi video in cui si restituirà dignità a quei volti anonimi di migranti sventurati, sfruttati e dimenticati da tutti. “La nostra associazione che promuove e intrattiene rapporti con le comunità italiane e molisane all’estero, esprime apprezzamento per la straordinaria sensibilità e disponibilità dell’INAIL nazionale, dell’ANMIL nazionale, per gli Uffici Scolastici regionali di Basilicata e Molise, per tutti gli Istituti superiori che hanno partecipato al Bando, per il Liceo Artistico di Maratea che ha realizzato appositamente 9 tele che saranno esposte all’Auditorium e per il Liceo Musicale “Tommaso Stigliani” di Matera che curerà l’accoglienza e eseguirà brani musicali in ricordo delle vittime di Monongah e di ogni migrante che perde la vita in qualsiasi parte del Mondo – ha spiegato il presidente dell’Associazione Giuseppe Tedeschi”.

(da: pixabay.com)

Come detto il tema che si svilupperà negli elaborati degli alunni sarà  l’emigrazione e le condizioni di precarietà nel lavoro. Il testo di Joseph D’Andrea, Console d’Italia di Pittsburgh “Monongah. Cent’anni di oblio” ha accompagnato le ricerche di decine di classi fornendo informazioni, foto d’archivio e documenti preziosi, sulla pagina più cruenta dell’emigrazione italiana. Quella che vide morire 171 nostri connazionali in una miniera del West-Viriginia il giorno di San Nicola del 1907. In realtà le vittime furono in numero superiore perché ciascun operaio poteva portare propri aiutanti per scavare un quantitativo più alto di carbone. La paga era a cottimo e per questo nessuno ha saputo mai stimare i veri numeri dei morti di Monongah. Ma bastano le 361 vittime ufficiali per fare di quella strage la più grande di tutti i tempi della storia del lavoro degli Stati Uniti d’America. Il Molise pagò un tributo altissimo con 87 emigranti deceduti a cui si potrebbero aggiungere le 12 vittime di Santa Croce del Sannio come confinante con Cercemaggiore. Questa pagina nera dell’emigrazione nazionale è rimasta sepolta per poco meno di un secolo, cancellata dalla memoria collettiva, mai indagata e pressoché sconosciuta anche tra i cittadini dei paesi di cui erano originarie le vittime di Monongah. Grazie a 20 anni di studi e ricerche è stato possibile riportare alle luce i nomi e i volti di quei lavoratori partiti col sogno americano in tasca e finiti nella polvere e con nomi storpiati anche sulle croci messi in loro ricordo. Essendo per lo più analfabeti gli americani li avevano registrati in altro modo e questa è stata una delle principali difficoltà che si sono frapposte alla ricerca sulla vera identità ed origine. 

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