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Musica

Good vibrations! Il suono degli strumenti più “strani” della storia

L’evoluzione della musica tonale e atonale ha seguito una serie di percorsi, spesso paralleli, allo sviluppo delle civiltà, disegnandone i canoni stilistici e persino un meta-linguaggio esistenziale.

Tale processo si configura nella ricerca fisica, artigianale e persino ingegneristica di una progettualità che permettesse di esplorare le infinite possibilità di evoluzione del suono, codificando gli elementi fonetici in note, pause, punti, scale, accordi che vengono riprodotti sui diversi supporti messi appunto per tradurre la fisica in musica e che chiamiamo “strumenti musicali”.

A oggi si calcola un numero impressionante fra strumenti legati alla tradizione artigianale e i dispositivi di nuova generazione, ma esistono anche strumenti musicali molto particolari che difficilmente trovano spazio all’interno di un’orchestra o una band, ma proprio per la loro unicità, hanno stimolato una certa curiosità nel corso della storia, tanto che alcuni di questi sono diventati oggetto di culto tra gli appassionati e altri non possono neanche essere definiti “oggetti”.

Scorriamo alcuni fra gli strumenti musicali più “strani” mai costruiti

Fra gli strumenti più particolari per la loro capacità di emissione dei suoni vi è il Gran Stalacpipe Organ. Installato nelle Luray Caverns in Virginia (USA), questo esemplare di organo di 14.000 metri quadrati sfrutta l’aria per mezzo delle stalattiti rimodellate apposta per avere il tono perfetto.

Il suo inventore, Leland W. Sprinkle, ha lavorato tre anni per riuscire a testare le stalattiti della caverna, cablando la portata alla tastiera centrale. Molti strumenti insoliti appartengono alla tradizione o alla cultura tribale; come il Digeredoo. Si tratta di un aerofono inventato nel V secolo in Australia e in Nuova Zelanda, ricavato dai rami di eucalipto, il cui nome onomatopeico ricalca il fascino della terra di Arnhem, su cui gli aborigeni soffiano, sfruttando la respirazione circolare, le parole e i rumori, per dare al suono una serie di vibrazioni profonde e un ritmo estatico e sussultorio.

Designato come il padre del sintetizzatore e degli strumenti elettronici, il Theremin è forse lo strumento che più di altri è riuscito a trovare un suo spazio nella musica colta e nella Popular music. Nel 1920 il fisico e musicista sovietivo Lev Termen penso ad uno strumento che sfruttasse l’oscillazione della forma d’onda per produrre delle alterazioni di frequenza, senza il bisogno dell’intervento umano. In pratica è l’unico strumento che viene suonato, senza il “tocco fisico” del musicista, producendo un suono che riproduce in maniera realistica la voce umana. Fu molto usato nelle colonne sonore dei thriller degli anni ’50 e ’60, ma esistono due brani, dove il Theremin è il vero protagonista: il tema del film “Qualcuno volò sul nido del cuculo” di Milos Forman e “Good Vibrations” dei Beach Boys.

Uno degli strumenti più bizzarri e una specie di nota musicale composta da tastiera tattile e presa d’aria chiamata; otamatone. Ciò che sembra un giocattolo per bambini è in realtà un sofisticato sistema capace di riprodurre note, attraverso una specie di nastro magnetico e un becco finale dal quale esce il suono desiderato.

(da: wikipedia.it)

Anche i vegetali possono diventare degli strumenti musicali, come nel caso della First Vienna Vegetable Orchestra che dal 1998 porta i scena un repertorio variegato di stili, utilizzando frutta e verdura di stagione al posto degli strumenti reali: alla fine si festeggia tutti con un vero minestrone.

La glassarmonica o armonica a bicchieri è a tutti gli effetti, un organo che sfrutta il volume del vetro e la pressione dell’acqua. Fu inventato da Benjamin Franklin, sfruttano il medesimo principio dello sfregamento su bicchieri di varia grandezza, ma toccandoli sui lati. Il musicista doveva sfiorare le coppe di vetro, con le dita bagnate per creare delle melodie al limite del sogno. La glassarmonica divenne così celebre che Mozart, Beethoven e molti grandi compositori dell’epoca inclusero lo strumento nell’orchestrazione delle loro opere.

Dagli strumenti Idrofoni al Zeusofono che, modulando la scintilla di una bobina, diventa il primo strumento a far musica con i fulmini, l’universo del suono è intorno a noi; dunque se vi trovate a Zara in Croazia e dovesse capitare di udire dei suoni armoniosa dai gradini di un lungomare, non impressionatevi, perché state camminando sul più grande organo che le vostre orecchie potranno “respirare”.

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