Connect with us

Musica

Il gesto primordiale della musica nell’evoluzione della società moderna

Siamo ancora in grado di ascoltare musica e percepirne il ruolo fondamentale che essa ha avuto per progresso dell’umanità?

Nel corso della storia la commedia umana si è avvicendata in fatti ed eventi grandi e piccoli, che succedendosi hanno contribuito alla costruzione della società moderna. Vi è però un aspetto della vicenda umana che ha avuto sempre un ruolo, seppur non marginale, neanche prevalente riguardo a quello che è il corso della storia: stiamo parlando della “musica” e non di musica.

Eppure, sin da quando l’uomo ha fatto la sua comparsa sulla terra, il primo e istintivo gesto che ha fatto non è stato quello di cacciare o procurarsi del cibo; bensì comunicare. Abituarsi a utilizzare quei gesti e quei segni di riconoscimento indispensabili per la vita su un pianeta pone una naturale differenza fra l’essere umano dagli altri animali. È l’uomo a presentarsi come l’animale più esposto all’imprevedibilità degli elementi naturali, ma anche il primo a decodificarli.

E quale fu il gesto primordiale per comunicare con gli altri esseri viventi? L’urlo.

Probabilmente il primo grugnito, unito al battito di piede sulla terra, è stato il primo segno di riconoscimento fra i primati e già in questo è possibile parlare di ritmo e suono; ovvero musica.

Aristotele disse che gli occhi sono gli organi della tentazione, le orecchie quelli dell’istruzione, avvalorando già in epoca antica la funzione cognitiva, tutt’altro che passiva dell’organo uditivo, capace di innescare un processo creativo del pensiero. 

Il grande filosofo e logico greco non fu indubbiamente l’unico a studiare e analizzare le diverse funzioni della musica nella società degli umani; anche Pitagora e Socrateposero l’accento sul valore della musica non solo dal punto di vista emotivo e spirituale. 

(da: pixabay.com)

Pitagora fu il primo a evidenziare l’aspetto puramente matematico dell’ars musicae, definendola: “Una serie armonica di note, di frequenze, di accordi, tutti meticolosamente calcolati per dar vita ad una melodia complessiva ordinata ed emozionante”.

Già in epoca ellenica, dunque l’arte poteva essere analizzata dal punto di vista scientifico, per spiegarne il grande potere alchemico, all’interno di una peculiarità quasi taumaturgica nella decodificazione dei sensi.

Nel corso dei secoli il linguaggio musicale si è adattato anche alle diverse situazioni storico-sociali: così abbiamo imparato a leggere una sintassi illuministica aderente ai canoni di Mozart e Haydn, così come ritracciamo le tracce di un romanticismo che si innalza con Beethovene si conclude con Wagner.  Persino la musica moderna, dal blues al jazz,passando per la “Rock Revolution”possiede una serie indistinta di codici linguistici, che erediteranno dalla musica del passato per portarli in un’ipotetica società globale.

Il ruolo fondamentale della musica nella società degli uomini

I motivi e i modelli che spiegano perché la musica sia fondamentale per la crescita e la stessa sopravvivenza dell’essere umano, possono essere spiegati attraverso pochi e semplici passaggi.

Partendo dalle finalità formative, analizzate da Aristotele, non si può non evidenziare lo scopo educativo; la musica è una chiave d’accesso, spesso privilegiata grazie alla quale è possibile sviluppare fantasia, sensibilità e immaginazione. Quando poi la musica è accompagnata da un testo, anche i messaggi più semplici possono essere assimilati con semplicità e diventare parte essenziale della quotidianità.

Bisogna cominciare a ridefinire il concetto di musica, non più solo come grammatica, studio e modello di espressione, bensì una serie di representamenche varia a seconda delle nazioni, delle culture, delle tradizioni, delle percezioni e delle preferenze, all’interno però di un linguaggio universale, capace di distruggere ogni potenziale barriera culturale e politica, basandosi su una poliedrica di note e suoni in successione.

Ancora una volta è il sommo Aristotele a dare una risposta precisa quando afferma che:

“La musica, non va praticata per un unico tipo di beneficio che da essa può derivare, ma per usi molteplici, poiché può servire per l’educazione, per procurare la catarsi e in terzo luogo per la ricreazione, il sollievo e il riposo dallo sforzo”.

ISCRIVITI
ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Post di tendenza

IMPARARE L’INGLESE: ECCO COSA CERCANO GLI ITALIANI SU GOOGLE

Cultura

GIORNATA MONDIALE DELLA VOCE, UN ADULTO SU 5 PRESENTA DISTURBI ALLE CORDE VOCALI: PER SALVAGUARDARLE SCENDE IN CAMPO L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE

Medicina

L’AUMENTO DEL DISAGIO TRA I GIOVANI: UNA NUOVA EMERGENZA

Cronaca

ARTE: A ROMA I PECCATI CAPITALI DI ILARIA REZZI NELLA MOSTRA “PECCATI BLU”

Arte

E-PORTFOLIO – TUTOR: QUALE RUOLO PER LA MATURITA’?

Scuola

NASCE A MILANO IL PRIMO ALL YOU CAN EAT DI SCIATT E PIZZOCCHERI BIANCHI

Food & wine

TORNA L’ORA LEGALE

Attualità

PASQUA: SIGNIFICATO CULTURALE E RELIGIOSO                                                     

Attualità

Articoli recenti

Facebook

Connect
Newsletter