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Editoriale

Il pericoloso muro dell’indifferenza

Esattamente trent’anni fa cadeva in maniera pacifica il Muro di Berlino.

Fu la fine della Guerra Fredda che per 42 anni aveva agitato sul mondo lo spettro di un conflitto nucleare USA-URSS. Col Muro si scioglieva idealmente la cortina di ferro calata sull’Europa dal Baltico ai Balcani dopo la fine del secondo conflitto mondiale. Inaugurando una stagione di pace e di prosperità pensavamo che gli egoismi e i nazionalismi del Secolo Breve fossero stati definitivamente sconfitti. Alle soglie del 2020 ci riscopriamo disillusi. Muri divisori sono sorti qua e là nel mondo amplificando rancori e disuguaglianze. È giusto ricordare gli accadimenti di quel 9 novembre 1989 giacché la memoria storica  va costantemente nutrita. Tuttavia faremmo bene a tenere gli occhi aperti sul prossimo futuro. I segnali di intolleranze razziali – sempre più diffusi da un capo all’altro del Pianeta – sono per nulla incoraggianti. E quello dell’indifferenza rischia di diventare il più pericoloso dei muri.

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