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Attualità

Rapallizzazione

E’ degli anni ’60 il neologismo di Giorgio Bocca “rapallizzazione”, che si accompagna al meno conosciuto “Lambrate sul Tigullio”.

Erano gli anni del boom economico, a cavallo tra il 1950 e il 1960 e in Italia le famiglie lavoratrici, non necessariamente professionisti, ma artigiani, imprenditori del terziario, operai specializzati, avevano la possibilità di acquistare una seconda casa. Torino e Milano si sono riversate nella riviera Ligure.

Non è certo un caso che la Liguria e Genova siano centrali in un libro intitolato “La colata” (sottotitolo “Il partito del cemento che sta cancellando l’Italia e il suo futuro”). Ne sono autori due giornalisti liguri, Ferruccio Sansa del Fatto quotidianoe Marco Preve di Repubblica, e tre giornalisti provenienti da varie parti d’Italia (Andrea Garibaldi, romano; Giuseppe Salvaggiulo e Antonio Massari, pugliesi). Per comprendere pienamente il senso del libro basta, forse, il monito – in controcopertina – del meteorologo Luca Mercalli: «Indignatevi, rapidamente. Non lasciate che deturpino il vostro bene più prezioso, il territorio… chiamate a raccolta tutti». 

Ovviamente la Liguria è solo il capo fila delle deturpazioni di tutto il Paese. Quello che resta però un fatto incancellabile è che 50 anni fa proprio in quelle strisce di cemento tra il mare e la montagna si è vissuto un sogno che alla luce delle difficoltà odierne sembra ancora più grande: avere qualcosa di proprio, per di più una seconda casa, dove si va a villeggiare. Avere la possibilità di fuggire dalla frenetica vita della città e del lavoro per una stagione intera o soltanto per un weekend e farlo a casa tua.

(da: pixabay.com)

Coloro che hanno vissuto qualcosa di simile, anche di seconda o terza generazione, capiscono quel sentimento romantico che si prova nei confronti della “casa al mare”.

Nonostante le brutture del cemento, i traffici illeciti che si celano dietro l’edificazione, il nostro pianeta terra da proteggere, chi possiede una casa in Liguria dove ha trascorso tutte le estati della propria infanzia, sa cosa significhi avere un posto in cui scappare che non è dove abiti, ma spesso è stato quello dove più hai vissuto (la citazione in questo caso è del poeta tanto innamorato della Liguria che potrebbe certamente essere la bandiera di questo concetto, Giorgio Caproni).

Oggi più di allora possiamo apprezzare quelle case da cui non riusciamo a staccarci, che costano un patrimonio in tasse, che potrebbero essere cedute per acquistare la casa dove stiamo in affitto, ma che rappresentano il noi più romantico, il sogno dei nostri nonni e di un’Italia che si riprendeva dalla guerra e aveva voglia di tutto.

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