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Cinema

Sicilia, Buscetta ed orsi: a Cannes il mondo che non c’è. O quasi

Alla 72ma edizione del Festival, La famosa invasione degli orsi in Sicilia di Lorenzo Mattotti, coprodotto da Prima Linea Productions, France 3 Cinéma, Pathé, Indigo Film, Rai Cinema, realizzato in 2D/3D

A Cannes 2019 arriva la Sicilia, almeno secondo due italiani. Quella di Marco Bellocchio, regista del ritratto del boss di Cosa Nostra Tommaso Buscetta, con il film Il traditore: prima del suo pentimento, oltre il 90% della popolazione non credeva che la mafia esistesse. Quella del maestro illustratore Lorenzo Mattotti, con il lungometraggio animato La famosa invasione degli orsi in Sicilia, presentato nella selezioneUn Certain Regard, tratto dall’omonimo fantasydi Dino Buzzati, uscito in 1ma edizione da Rizzoli (1945) e in seguito da Mondadori, dopo essere apparso in due parti, e per 11 puntate, sul “Corriere dei Piccoli”: l’invasione, appunto, e Vecchi orsi addio!, porzione mai conclusa per lo stop della pubblicazione della rivista.

(Immagini tratte dal teaser de La famosa invasione degli orsi in Siciliadisponibile online su www.pathefilms.com)

Dunque, Sicilia, mafia ed orsi a Cannes. Tuttavia, senza nulla togliere all’eccellenza di Bellocchio, è il lungometraggio italo-francese di animazione ad offrire una suggestione, incrociandosi proprio con Il traditoreSceneggiato dallo stesso Mattotti, assieme a Thomas Bidegain e Jean-Luc Fromental, con soundtrack di René Aubry, il cartoonè, sì, ambientato in Sicilia, ma in una Sicilia che non c’è. Già all’epoca dell’uscita per Rizzoli, è lo stesso Buzzati a spostare l’ambientazione dal Granducato di Maremma a quello siculo. Ancor più fa Mattotti, irrompendo con il suo fantastico descrittivo in questa ennesima traslazione. Lui, che ama i libri per l’infanzia, da Stevenson a Collodi e, perché no, anche classici come l’Odissea.

(Immagini tratte dal teaser de La famosa invasione degli orsi in Siciliadisponibile online su www.pathefilms.com)

Lui che ama versare la propria isola interiore nello spazio chiuso di un’isola fisica, per lasciarsi andare a quel luogo esterno. Tra dramma, battaglie, duelli, le sue rappresentazioni puntano all’epica, come nelle tavole del suo Pinocchio, oscuro, brutale, dall’impiccagione del burattino a Mangiafuoco. Mattotti sa di narrare la favola, ma la affronta saldo dell’iconografia esistente, comunicando col libro, fiutando le sue pagine per poi svilupparle personalmente, con un obiettivo: spezzare il labirinto soggettivo, interiore, e rivolgerlo al pubblico.

(Immagini tratte dal teaser deLa famosa invasione degli orsi in Siciliadisponibile online su www.pathefilms.com)

Un dialogo ininterrotto tra immaginario ed esperienza, il suo. Dialogo che alimenta la suddetta suggestione, all’incrocio col film di Bellocchio: la storia di orsi in Sicilia da una parte, quella di un capo mafia dall’altra. In entrambe i casi, immaginaridi qualcosa d’impalpabile, anche se l’esperienzafornisce dati incontrovertibili: il dopo-Buscetta che prova l’esistenza della mafia, tanto quanto la presenza di orsi sui Nebrodi in era antichissima. La suggestione? Cosa Nostra e gli orsi in Sicilia, col beneficio d’inventario – fantasticamente– ancora oggi

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