Musica

DAVID BOWIE: UN GENIO TRA PIÙ MONDI

La rivoluzione di un alieno oltre le convenzioni e la controcultura, David Bowie e la ricerca di nuove identità.

David Bowie è stato il personaggio che più di ogni altro, negli ultimi cinquant’anni, è riuscito a decodificare la rivoluzione del linguaggio; tra mille prismi e pochi sensazionali catalizzatori dell’ordinario, traducendo in musica e immagine la ricerca dell’uomo verso la sua identità.

A cinque anni dalla morte, il duca bianco rimane un’icona multiforme per tanti, musicisti, attori, stilisti e letterati, tanto che si cerca negli archivi della memoria alla ricerca di aneddoti e curiosità che ne possano colorare la leggenda.

Una delle più note riguarda proprio il suo vero nome; David Robert Jones, cambiato nel 1968 per non fare confusione con Davy Jones dei The Monkees. Pare però che vi sia un’altra storia sul nome; ossia che David tirò fuori il cognome Bowie dal “coltello Bowie”, un attrezzo americano che poteva tagliare da entrambi i lati.

Sono tanti i nomi che Bowie ha utilizzato nel corso della sua carriera, tanti quanti i personaggi da lui inventati e distrutti: Major Tom, Ziggy Stardust, The Thin White Duke, Aladdin Sane, Tao Jones, Halloween Jack e John Merrick per dirne alcuni.

Forse non tutti sanno che Space Oddity, la celeberrima canzone del 1969, divenuta la colonna sonora della BBC per raccontare lo sbarco sulla luna inaugurò una solida collaborazione con il compositore e tastierista degli Yes Rick Wakeman, che nel brano suona il mellotron. Tuttavia esiste anche una versione italiana realizzata nel 1970 con un testo scritto da Mogol e che si chiamava Ragazzo Solo, Ragazza Sola, a testimonianza della poca fantasia italiana nei titoli.

(da: facebook.com)

Un periodo musicale molto importante anche se, per certi aspetti sottovalutato è quello americano, dal 73 al 76, dove Bowie comincia a mescolare il suo linguaggio con la Black Music; nascono capolavori come Young American, Golden years e Fame scritta assieme a John Lennon che ne curò anche i cori.

Ci si ricorda di David Bowie come attore e doppiatore: basti pensare a Merry Christmas Mr Lawrence, L’ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese, Basquiat, dove interpreta Andy Warhol, The Prestige di Cristopher Nolan, ma non si parla molto di Bowie pittore, eppure Major Tom, in qualità di diplomato alla scuola d’arte, era appassionato di pittura e scultura e i suoi quadri sono stati esposti in molti musei, britannici e statunitensi. 

Infine vi è anche un David Bowie “antidiplomatico”, come chi fece scalpore per alcune esternazioni considerate estremiste ma frutto di pura provocazione e soprattutto uomo libero che rifiuta per ben due volte le onorificenze conferitegli dalla corona inglese, con il grado di comandante dell’Impero britannico nel 2000 e di cavaliere nel 2003.

Un mondo in continua evoluzione e una volontà di ricerca oltre lo stile dominante, questa è la ricerca profonda di Bowie verso le regole della contemporaneità e questo è ciò che la sua rivoluzione ha instaurato nella cultura del XX secolo e che oggi più che mai brucia come una stella nera dai raggi di fuoco, pronta a esplodere in una miriade di significati diversi e sempre innovativi.

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