Cultura

MANOSCRITTO “VOYNICH”, UN RICERCATORE BRITANNICO SOSTIENE DI AVERLO DECIFRATO

Si tratta di un misterioso testo scritto nel 1400, conterrebbe l’oroscopo e rimedi erboristici, molti studiosi però vanno cauti e criticano aspramente il metodo utilizzato.

Negli scorsi giorni i media di tutto il mondo hanno riportato la notizia che sarebbe stato decifrato il misterioso manoscritto “Voynich”, un testo scritto a mano nel corso del 1400 da alcune monache italiane dell’ordine di San Domenico. Il volume doveva essere un regalo per la regina spagnola Maria di Castiglia, e contiene strani disegni e simboli, come ad esempio donne completamente svestite immerse in vasche dove vi è un liquido di colore verde. A rendere ancora più complicato l’enigma è un altro elemento: la lingua. Fino ad ora su questo testo ci sono state varie teorie, e purtroppo speculazioni, ma adesso un ricercatore britannico sostiene di averlo decifrato. Si tratta del dottor Gerard Chesire, dell’Università di Bristol, che ha annunciato alla stampa la clamorosa scoperta. Secondo lui il testo è scritto in una antica lingua romanza e conterrebbe rimedi erboristici per curare i mali dell’epoca e addirittura un oroscopo. Fino ad ora, lo precisiamo, nessuno è riuscito a decifrare il volume in questione. Negli anni in moltissimi ci hanno provato, ad esempio il matematico Alan Turing, e addirittura l’FBI, la quale credeva che il manoscritto “Voynich” fosse in realtà una produzione dei comunisti. 

UNA STORIA COMPLESSA

Quella di questo volume è una storia lunga e complessa. Fu acquistato infatti nel 1912 da Wilfrid Voynich, che lo acquistò dal luogo in cui era conservato, il castello di Ischia, in Italia quindi. La costruzione doveva essere venduta ad un privato, e l’antiquario acquistò il manoscritto in modo che non andasse perduto. Per moltissimi anni il misterioso libro è stato in giro per tutto il mondo, fino a quando non è arrivato all’Università di Yale, dove si trova tutt’ora. Questo misterioso volume per anni ha catturato l’immaginario collettivo, e come detto, in tanti ci hanno provato a decifrarlo. Ma non tutti la pensano come Chesire, infatti secondo alcuni studiosi il manoscritto non è stato decifrato, e sarebbe discutibile anche il metodo utilizzato dal sedicente scopritore. 

L’UNIVERSITA’ HA PRESO LE DISTANZE

Neanche dall’ateneo britannico ci sono state tantissime parole di elogio, a dir la verità, per lo studioso. Poche ore dopo l’annuncio della presunta “decrittazone” del manoscritto infatti, l’Università di Bristol ha emesso un comunicato con cui prende le distanze dalla scoperta, riferendo che non si è trattato di un progetto finanziato dall’ateneo, ma di una ricerca autonoma dell’autore. La stessa è stata pubblicata sulla rivista “Romance Studies”, ed è stata valutata da un team di accademici con il metodo del doppio-cieco. Un esperimento in cieco o in doppio cieco è in termini figurativi un modo per definire un esperimento scientifico dove viene impedito ad alcune delle persone coinvolte di conoscere informazioni che potrebbero portare a effetti di aspettativa consci o inconsci, così da invalidarne i risultati.  Per cui gli studiosi che hanno analizzato il lavoro di Gerard Chesire hanno ritenuto che quest’ultimo sia valido, e quindi che fosse da pubblicare sulla rivista in questione. Ma alcuni linguisti soprattutto hanno storto il naso davanti alla presunta scoperta del ricercatore. D’altro canto l’università si riserva di fare le opportune verifiche nelle sedi scientifiche preposte. Forse, il mistero del manoscritto “Voynich”, potrebbe non essere finito qui. 

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