Durante i periodi di elevata volatilità dei mercati finanziari, come quello che stiamo vivendo, il panico è un’emozione più che lecita.
In realtà, la finanza comportamentale ha dimostrato che l’irrazionalità determinata dalla paura è il peggior nemico dell’investitore.
La paura porta ad avere una visione offuscata della situazione oggettiva e a sovrastimare la gravità delle notizie negative. A questo si aggiunge una distorsione che porta a conformarsi all’opinione collettiva, il cosiddetto “effetto gregge” che subentra quando non si sa che direzione prendere e si sceglie di seguire la massa. Alcuni investitori addirittura tentano di anticipare gli eventi, uscendo completamente dal mercato, amplificando emotivamente la misura della crisi, con il tipico pensiero: “questa volta è diverso”. Un approccio all’investimento serio deve partire dalla consapevolezza che è impossibile prevedere il momento giusto per entrare o uscire dal mercato. Quindi occorre individuare obiettivi chiari in tempi definiti: “A cosa mi servono i miei risparmi? Quando mi serviranno?” Sembrerà strano, ma spesso non sappiamo perché risparmiamo e quindi perché investiamo. La risposta più comune è “perché non si sa mai…” Ecco allora che, al primo storno di mercato, si cade vittime del panic -selling. Imparare a dare un nome ai nostri soldi, secondo i nostri progetti di vita e a definire l’orizzonte temporale che occorre per realizzarli, ci trasforma da investitori improvvisati a investitori consapevoli.
Effettuando scelte finanziarie attraverso una pianificazione di medio/lungo periodo si riuscirà a gestire la paura. Mantenendo fermo all’orizzonte il proprio obiettivo, si comprende che un evento negativo circoscritto ad un determinato momento storico, non comprometterà il risultato finale. La storia ci insegna che il mercato ha sempre mostrato una grande capacità di tenuta e recupero. Proprio perché non si hanno certezze su quale sarà il mese migliore o peggiore, uscire dal mercato potrebbe significare perdere accidentalmente proprio il mese migliore in termini di rendimento. Talvolta, il mese migliore è proprio quello immediatamente successivo al mese peggiore e uscire dal mercato può incidere in maniera significativa sulla performance del portafoglio. Insomma, la gestione della paura può diventare un formidabile alleato. La vita di ogni uomo vede ciclicamente periodi di positività alternarsi a momenti di negatività, ma per sua natura l’uomo tende a crescere, a migliorarsi, ad evolversi. Allo stesso modo in economia e in finanza, che sono ambiti in cui la natura umana collettiva si esprime, si possono attraversare instabilità o eventi catastrofici, ma le grandi crisi della storia sono sempre state superate con benefici superiori ai danni subiti. Separare le decisioni di investimento da qualsiasi coinvolgimento emotivo è il fattore chiave che consente di raggiungere i propri obiettivi di medio/ lungo periodo. Di grande aiuto in questa attività mentale di separazione è affidarsi … e fidarsi di un buon consulente finanziario.