Dopo mesi di negoziati, UE e Regno Unito hanno raggiunto un accordo di libero scambio sulle relazioni post ”divorzio”. Svanisce quindi l’incubo del no deal e delle sue conseguenze: un caos doganale, una guerra di dazi, conseguenze sulla stretta cooperazione fra l’isola ed il continente in settori cruciali come la sicurezza e la ricerca scientifica, vitale in tempo di emergenza Covid.
L’accordo è il più grande trattato di libero scambio mai concepito al mondo. Ma cosa succede adesso e cosa cambia per noi italiani?
LE PROSSIME TAPPE
L’accordo entra in vigore il primo gennaio, alla scadenza esatta di quella fase di transizione che il premier britannico Boris Johnson non ha voluto estendere. Sarà in regime provvisorio fino al completamento dei necessari processi di ratifica che Westminster potrebbe chiudere addirittura tra Santo Stefano e Capodanno.
STOP ALL’ ERASMUS
La Gran Bretagna abbandona il programma Erasmus, ma il premier britannico ha promesso l’avvio di Alan Turing, il nuovo programma mondiale che dovrà sostituire per Londra l’Erasmus.
COSA SUCCEDE A CHI E’GIA’ IN GRAN BRETAGNA?
Per i giovani che si trovano in Gran Bretagna per studio entro il 31 dicembre non dovrebbe cambiare nulla.
TUTELE PER I CITTADINI UE
Sul coordinamento della sicurezza sociale l’accordo punta a una serie di diritti per i cittadini che lavorano, viaggiano o si trasferiscono nel Regno Unito e ai cittadini britannici che lavorano, viaggiano o si trasferiranno nell’UE dopo il 1 gennaio 2021.
I TRASPORTI
Sotto questo aspetto l’accordo prevede una connettività aerea, stradale, ferroviaria e marittima continua e sostenibile, sebbene l’accesso al mercato offra possibilità inferiori rispetto al mercato unico. Sarà comunque garantita la concorrenza tra gli operatori UE e quelli del Regno Unito, affinchè non siano compromessi i diritti dei passeggeri, dei lavoratori e la sicurezza dei trasporti.
TURISMO E IMMIGRAZIONE
Dal prossimo primo gennaio in Gran Bretagna scatta il nuovo sistema di immigrazione, pertanto chi arriverà per lavoro dovrà avere un visto ottenibile solo con un’offerta di impiego già ricevuta ed un salario previsto di almeno 28.000 euro (25.600 sterline circa). Prevista qualche agevolazione per chi ha un dottorato di ricerca. Sarà invece molto più difficile entrare per cercare lavori come cameriere o commesso. I turisti non avranno bisogno di visto, ma sarà necessario il passaporto e non si potrà restare per più di tre mesi.
CONTROLLI DOGANALI
Saranno intensificati e rinforzati i controlli alle dogane. Zero dazi sulle merci che rispetteranno le regole di origine appropriate.
L’EXPORT ITALIANO
Evitando i dazi potrà essere incrementato; ciò è estremamente positivo in quanto il Regno Unito rappresenta per le esportazioni alimentari italiane il quarto mercato di export.
L’ENERGIA
Per questo settore l’accordo prevede un nuovo modello di scambio ed interconnettività, con garanzie per una concorrenza aperta e leale anche sugli standard di sicurezza per l’offshore e la produzione di energia rinnovabile.
LA PESCA
Le flotte pescherecce dell’UE nei prossimi cinque anni dovranno rinunciare ad un quarto del loro pescato nelle acque britanniche. In seguito l’accesso alle zone di pesca verrà negoziato su base annuale.
I PROGRAMMI EUROPEI
L’accordo consente la partecipazione del Regno Unito ad una serie di programmi della UE (es. Horizon Europe) per il periodo 2021 – 2027.
LA POLITICA ESTERA
La politica estera, la sicurezza esterna e la cooperazione in materia di difesa non sono coperte dall’accordo poiché il Regno Unito non ha voluto negoziare.
UN RAPPORTO PARITARIO
Entrambe le parti si sono impegnate a garantire una solida parità di condizioni mantenendo elevati livelli di protezione in settori quali la tutela dell’ambiente, la lotta ai cambiamenti climatici e al prezzo del carbonio, i diritti sociali e del lavoro, la trasparenza fiscale e gli aiuti di stato, con un meccanismo vincolante per la risoluzione delle controversie e la possibilità per entrambe le parti di adottare misure correttive.