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Economia

ECOMMERCE O COMMERCIO AL DETTAGLIO: QUALE FUTURO?

Fino a pochi anni fa il mondo digitale rappresentava un ambiente distante da quello fisico, attualmente, invece, il crescente sviluppo dell’e-commerce insieme alle innovazioni tecnologiche e complice la pandemia, hanno assotigliato sempre di più il confine tra commercio fisico e virtuale.

Nonostante il numero degli acquisti online stabilisca record di mese in mese, l’ultimo anno ci ha ricordato quanto siano essenziali i rivenditori di piccole, medie e grandi dimensioni per la vita quotidiana della comunità.

Competizione del mercato, clienti meno fedeli, sovrapposizione di ruoli tra fornitori e retailer, sviluppo di canali di vendita alternativi hanno concretizzato la necessità di innovare attraverso nuove idee la convivenza virtuosa tra fisico e digitale.

Appare evidente il valore aggiunto di avere modalità di acquisto che dialogano tra loro, in modo da personalizzare l’offerta, soddisfare le nuove esigenze dei consumatori e fornire un’esperienza unica e coerente del brand attraverso touchpoint sempre più frammentati.

In uno scenario di dialogo tra web e fisico la chiave per affrontare il futuro dovrebbe tendere:

  • alla creazione di un ecosistema di canali di comunicazione e vendita in cui i retailer diventano i nuovi media che permettono di aiutare il cliente non solo nella fase di acquisto on Line, ma anche nell’esperienza in negozio, creando così una customer esperienze virtuale e fisica connessa;
  •   la riconversione dello spazio fisico in ottica phigital fatta di immediatezza, immersione, interazione e qualità della relazione;
  •   al miglioramento della catena di approvvigionamento (dagli imballaggi a partnership strategiche con vari attori della catena per affrontare in maniera più efficiente delivery e resi).

Secondo il recente report sui “costi nascosti dell’e-commerce” effettuato dalla società di consulenza Alvarez&Marsal realizzato in collaborazione con Retail Economics e condotta su sei Paesi europei, fra cui l’ITalia, emerge che i rivenditori digital only generalmente operano con margini notevolmente inferiori rispetto ai modelli di business multicanale e fisici; a ciò si devono aggiungere gli investimenti necessari ai retailer tradizionali per compiere lo shift verso il mercato digitale.

Nuove competenze,potenziamento dell’infrastruttura tecnologica e degli aspetti logistici (ricerca di partner tecnologici per soddisfare i bisogni del consumatore) sono tutte voci di costo importanti in questo contesto, a cui bisogna aggiungere le vere variabili capaci di influenzare maggiormente il futuro del settore: le spedizioni e soprattutto i resi. Questi ultimi rappresentano proprio la chiave di volta del settore, infatti i nuovi consumatori digitali e questo è particolarmente riferito ai giovani compratori, spesso nativi digitali, restituiscono la merce acquistata online con maggior facilità: basti pensare che quasi il 9%del totale delle spedizioni dell’e-commerce italiano torna indietro come reso, in UK questa percentuale sale all’11%.

(da: pixabay.com)

Italia: maggior crescita di Europa sul digitale

Sarà proprio l’Italia, secondo l’indagine Alvarez & Marsal, il Paese che più di tutti in Europa vedrà scendere nei prossimi anni la redditività nel settore retail con un saldo negativo di circa 4 miliardi di euro nei prossimi quattro anni.

“Una perdita di quasi un punto percentuale nel mercato del commercio al dettaglio, già storicamente provato da margini ridotti rispetto al resto d’Europa – sostiene Alberto Franzone, responsabile di Alvarez&Marsal Italia – è dovuto soprattutto all’accelerazione in termini di shift sul digitale che ha caratterizzato il nostro Paese dalla pandemia e che si prevede proseguirà a ritmi più sostenuti del resto d’Europa per i prossimi anni”.

I consumatori italiani: nessun ripensamento sull’online

“Non è un caso quindi che siano proprio i consumatori italiani quelli più propensi a considerare permanente la rivoluzione digitale che ha investito il mondo dei consumi domestici -afferma ancora Alberto Franzone- il 38,4%dei nostri connazionali, infatti, ha affermato di non voler tornare ad un modello di acquisto pre-pandemia del commercio. Sono soprattutto i nuovi consumatori, coloro i quali tendono a pensare che il cambiamento sarà irreversibile “.

L’acquisto online avviene con maggior facilità per alcuni settori merceologici quali gli elettrodomestici, gli oggetti elettronici, i casalinghi e l’abbigliamento, mentre i prodotti di lusso che richiedono un acquisto più ponderato, continuano a presidiare i canali tradizionali.

In ogni caso la via verso l’online del commercio sembra davvero spianata!!!

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