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Editoriale

La laurea e il lavoro che cambia

Nei prossimi 5 anni 6 occupati su 10 dovranno avere la laurea o il diploma per entrare nel mercato del lavoro.

Inoltre saranno necessari tra i 3 e i 3,2 milioni di nuovi occupati – di cui l’80% è il naturale turnover – per soddisfare le esigenze produttive delle imprese e della pubblica amministrazione. Lo certifica il Report Excelsior di Unioncamere e Anpal sui fabbisogni occupazionali 2019-2023. 
Le lauree più gettonate? Spazieranno dal settore medico-sanitario a quello economico-giuridico e ingegneristico. Livelli di studio più alti costituiscono requisito minimo per far carriera. Ovvio. Meno scontata, invece, è la prontezza con la quale il sistema formativo italiano riuscirà a coprire la domanda delle imprese in tema di trasformazione digitale, robotica, education, cultura, ecosostenibilità, salute e benessere. Per non dire del gap linguistico (conoscenza dell’inglese in primis) vero fardello di noi italiani. C’è da rimboccarsi le maniche e fare tutto in fretta e bene. Il cambiamento imperversa e i nostri giovani diventano sempre meno giovani.

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