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Antropologia

IL TEMPO NON SCORRE PIÙ NELLO STESSO MODO

Se nel 2019 vi avessi chiesto se il tempo potesse cambiare la vostra vita, mi avreste preso per pazzo. Ora siamo ad Aprile 2021, e benché non sia passato tanto tempo dal 2019, sono cambiate molte cose intorno a noi.
di Nicolò Orlandi (Studente Liceo Classico – Foscolo Pavia)

Fino al 20 febbraio 2020, le nostre vite ‘viaggiavano’ sulla linea del tempo regolarmente, ogni giorno era simile, ma mai uguale.
Si ipotizzavano progetti per il futuro, per le vacanze di Pasqua, per l’estate, per il torneo che la propria squadra di calcio avrebbe affrontato la domenica seguente, e così via.

Queste semplici attività, oggi, sono impossibili da realizzare. Perché?
Perché il tempo non scorre più nello stesso modo.
Immaginate ora che il tempo sia come una macchina che corre dentro un’autostrada. Prima della pandemia la macchina viaggiava lungo un percorso infinito, con paesaggi alcune volte simili o addirittura uguali, ma senza mai ripetersi continuamente uno dopo l’altro, e soprattutto, non sapeva quelli che avrebbe visto da lì a qualche chilometro più avanti.

Dal “giorno 0” della pandemia, la nostra macchina è uscita al primo casello, immettendosi in un circuito. La particolarità di quel percorso consiste nel suo paesaggio che, a differenza dall’autostrada, non è vario, è incerto, ma ripetitivo.
Naturalmente il circuito contiene un’incognita, infatti non si sa per quanto tempo si rimarrà dentro a girare in tondo, quindi quando si potrà tornare in autostrada. Con questa semplice storia si può capire appieno in cosa consista la vita durante la pandemia per un ragazzo, ma solo a livello teorico.

Passando alla pratica, il paesaggio sono le esperienze, i confronti, le sorprese e tutte le dimensioni dove si vivono, come lo sport, l’uscita con gli amici e soprattutto la scuola. Naturalmente se viaggiamo sempre sulla stessa strada, senza un paesaggio diverso, alla stessa velocità, non miglioreremo mai a guidare, e dopo un po’ di tempo ci annoieremmo e cercheremmo di cambiare strada.
Il problema è che il biglietto per rientrare in strada non si può pagare, non si può guadagnare, ma ci viene assegnato da qualcuno d’altro. Quel qualcuno, ha le chiavi dell’autostrada, e quindi ha le chiavi della nostra felicità.

La macchina che va per l’autostrada, non viaggia sempre alla stessa velocità, magari va a zigzag, ma continua ad andare, ed ogni giorno le viene voglia di accelerare, è più accelera macina chilometri più in fretta, migliorando sempre di più. Lei vive.
La macchina nel circuito viaggia sempre su una via retta, alla stessa velocità, non guadagna esperienza, e macina sempre meno chilometri, non si ferma, ma non migliora. Lei sopravvive.
Ormai i chilometri che non ha macinato non li può percorrere ora, quindi è inutile provare a farla andare al doppio della velocità. Però prima tornerà, quando le sarà permesso, meno chilometri perderà.
Piano piano riprenderà il ritmo giusto, quasi quello che aveva prima di uscire, e potrà finalmente tornare a vivere, non a sopravvivere.

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