Santa Lucia è considerata portatrice di luce, proprio come il suo nome che deriva dal latino lux, e, proprio per questo è la protettrice degli occhi, degli oculisti, degli scalpellini e degli elettricisti.
In Italia un proverbio definisce “Santa Lucia il giorno più corto che ci sia”, in verità lo è stato in un passato molto lontano quando la festa coincideva con il 21 dicembre, giorno del solstizio d’ inverno.
Le origini della leggenda di santa Lucia sono comunque collegate alla luce solare che nei mesi invernali si riduce, in particolare nel nord Europa, dove i riti in suo onore sono considerati l’auspicio di un prossimo arrivo della primavera e simboleggiano la vittoria della luce sulle tenebre. Proprio per questo motivo nei paesi nordici la festa è particolarmente cara ai bambini ed è animata da cerimonie caratterizzate da grandi falò, sfilate con fiaccole e candele accese.
Lucia, cieca e quindi priva di luce, diventa testimone del passaggio dal periodo più buio alla luce, proprio perché dopo il solstizio le ore di luce incominciano progressivamente ad aumentare e le giornate si allungano.
Origine di santa Lucia
Secondo la cultura popolare, la storia di santa Lucia è collegata alla vita di una bellissima ragazza nata a Siracusa, vissuta tra il Duecento ed il Trecento sotto la dominazione dell’imperatore romano Diocleziano e vittima della persecuzione dei cristiani da lui ordinata. Lucia dedicò la vita ad aiutare i poveri che, in groppa al suo asinello, andava a cercare nelle catacombe dove si rifugiavano e, per farsi vedere da loro, portava in testa una corona di candele per illuminare il suo cammino e lasciare le mani libere.
Riti e celebrazioni in Italia e all’estero
La tradizione più suggestiva si svolge in Svezia e idealmente collega il Paese nordico con Napoli. Ogni anno, nelle città scandinave viene individuata una donna che portando in testa la corona di candele guiderà la processione, costituita di sole donne, che seguono in fila cantando la canzone partenopea Santa Lucia”. Durante tale rito è usanza portare come doni panini allo zafferano quale metafora della luce nelle tenebre del mondo, proprio per il colore giallo assunto dai panini. Sempre per analoga motivazione gli abiti da indossare durante la processione dovranno essere bianchi. Si tratta di una ricorrenza alla quale gli svedesi sono così affezionati da organizzare cerimonie simili anche presso le comunità all’estero.
Nell’isola caraibica a lei dedicata, invece, il 13 dicembre si festeggia con un festival nazionale delle luci a cui partecipano gli artigiani locali che realizzano lanterne decorate, al termine della giornata, la festa si conclude con un grande spettacolo pirotecnico.
In Italia la celebrazione più sentita si svolge a Siracusa, sua città natale, dove i festeggiamenti si protraggono per ben una settimana e culminano con la tradizionale processione nel corso della quale, le reliquie della Santa vengono portate lungo le vie della città. A lei si attribuisce la fine della carestia a Siracusa, infatti, il 13 dicembre 1646 una quaglia volteggiò all’interno del duomo di Siracusa durante una messa e si posò sul soglio episcopale, contemporaneamente arrivò in porto una nave carica di frumento.
Molti interpretarono quella nave come l’intercessione della Santa alle tante preghiere a lei rivolte per la fame. In riferimento a questo episodio il grano ispirò il dolce tipico di Santa Lucia chiamato la “cuccia”, che si prepara con grano mescolato a ricotta e frutta candita.
Anche in alcune città di Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Lombardia, Trentino-Alto Adige ed Emilia Romagna, Santa lucia rappresenta la festa più attesa del periodo prenatalizio e per i bimbi delle zone in cui essa viene festeggiata, la notte tra il 12 ed il 13 dicembre è magica proprio perché la Santa con il suo carrettino trainato dall’asinello prende il volo e consegna i doni accompagnati da golosissimi dolci nelle case dei bimbi buoni, riservando il carbone ai cattivi. Negli anni è stato costruito un rituale, infatti, nei giorni precedenti i bambini possono preparare una lettera nella quale chiedono i doni loro graditi che, se Lucia riterrà adeguata ad un comportamento diligente, potrà soddisfare. La tradizione vuole che, la sera del 12 dicembre nelle case sia preparato un piatto con dei biscotti ed un bicchiere di vin santo per Lucia, oltre ad una manciata di paglia ed una carota per l’asino che deve trasportare le gerle colme di doni.
L’andare a dormire è poi un obbligo per i bambini, in quanto i bimbi svegli che casualmente riusciranno a vedere la santa riceveranno negli occhi una manciata di cenere che non solo impedirà loro di vedere, ma anche di ricordare il fatto la mattina successiva. Per tutti gli altri, invece, la gioia di ricevere i doni ambiti nella notte più incantevole ed emozionante dell’anno.