Connect with us

Antropologia

Tatuaggi moderni

La storia del tatuaggio moderno occidentale è lunga e tortuosa e attraversa tutte le popolazioni del mondo.

In Grecia marchiarsi permanentemente la pelle era una pratica considerata poco elegante, da evitare: era proprio dei barbari tatuarsi ed era utilizzato il termine stigma proprio per l’ideale negativo che si portava dietro quest’usanza. 

Anche per i Romani il tatuaggio era un simbolo negativo: fu usato come segno di sottomissione. Infatti, con i marchi sulla pelle si distinguevano immediatamente schiavi e prigionieri; a eccezion fatta per quanto riguarda i soldati, che occasionalmente si tatuavano durante le campagne militari. L’imperatore cristiano Costantino vietò il tatuaggio sul viso poiché il volto, creato a immagine di Dio, andava deturpato in minor modo possibile.

In età medioevale Papa Adriano durante il Concilio di Nicea del 787 d.C. vieta espressamente il tatuaggio. Nonostante questo, alcuni cristiani (spesso crociati o pellegrini), si tatuavano piccoli segni religiosi sul corpo in modo da essere riconosciuti come fedeli al momento della morte e dunque poter essere sepolti con i dovuti riti.

Successivamente l’uso del tatuaggio cadde in un oblio che durò fino al diciannovesimo secolo: due eventi ne segnarono il ritorno. 

(da: pixabay.com)

Il più importante è il collegamento con i popoli extraeuropei. La parola stessa tatuaggio deriva da “Tattow”, parola polinesiana adattata da James Cook, famoso esploratore e navigatore britannico. Il secondo evento è la pubblicazione del famoso saggio di Cesare Lombroso L’uomo delinquente, all’interno del quale troviamo una descrizione dei tatuaggi degli strati più bassi della società.

Di conseguenza, in Inghilterra intorno al 1870 nacque un interesse della upper class verso i tatuaggi che vengono considerati come segno di conoscenza di popoli lontani (soprattutto giapponesi). La fascinazione è di breve durata perché con l’invenzione della macchina elettrica per tatuaggi nel 1891 essi divengono più comuni e disponibili anche ai ceti più bassi. I tatuaggi si legano indissolubilmente ai ceti più poveri come marinai, prostitute, fenomeni da baraccone.

Dalla fine degli anni Settanta ad oggi la cultura del tatuaggio in occidente si è, però, modificata. Prima legata solamente alle sottoculture giovanili, è riuscita adesso a conquistare qualsiasi strato sociale andando a cancellare quella nomea negativa che lo permeava da sempre. Il tatuaggio occidentale contemporaneo è il segno di una commistione di stili e modi di vivere, storie e leggende, il segno di un mondo senza frontiere.

ISCRIVITI
ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Post di tendenza

MPRESE, ERRORI IN BUSTA PAGA? PER OLTRE 4 LAVORATORI SU 10 MINANO LA FIDUCIA NEL DATORE DI LAVORO

Economia

SANREMO 2025: UNO STUDIO SVELA GLI ARTISTI E LE CANZONI PIU’ ASCOLTATE

Musica

TECNOLOGIA E COSMETICA: IL NUOVO METODO PER LA PULIZIA DELLA PELLE

Estetica

DONALD TRUMP PONE FINE AL GREEN DEAL: IMPATTI SUL MERCATO ITALIANO

Politica

ISCRIZIONI SCUOLA, 6 STUDENTI SU 10 HANNO GIA’ LE IDEE CHIARE SU COSA FARE “DA GRANDI” MEDICO, INGEGNERE, PSICOLOGO TRA I MESTIERI PIU’ GETTONATI

Scuola

ECONOMIA: COME FAR CRESCERE UNA PICCOLA IMPRESA IN UN’AZIENDA CAPITALIZZATA

Libri

MERCEDES-BENZ: LA VERNICE FOTOVOLTAICA CHE TRASFORMA IL SOLE IN ENERGIA

Attualità

CANONE RAI 2025: COME AUMENTA E CHI PUO’ RISPARMIARE?

Economia

Articoli recenti

Facebook

Connect
Newsletter