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Economia

Il Bahrein: una sfida verso una competitiva innovazione tecnologica

Curioso Paese, il Bahrein. Dalla traduzione del suo nome “regno dei mari” al suo volto metà musulmano e metà europeo questo piccolo Stato rappresenta oggi una sorpresa. Snodo delle principali rotte commerciali fra India e Mesopotamia in antichità. Conquistato dai Portoghesi, poi, dai Persiani, dal Sultanato dell’Oman, dagli Ottomani e infine protettorato britannico dal 1916 al 1971, il Bahrein è oggi un Regno che sta puntando su una magistrale innovazione tecnologica per posizionarsi in prima linea tra i Paesi del Golfo Persico.

Con oltre 1,5 milioni di abitanti, il Regno del Bahrein, con capitale Manama, è un minuscolo Stato insulare, il più piccolo della Penisola Arabica, formato da un arcipelago di trentatré isole nel cuore del Golfo Persico. 

Il Regno guidato dalla famiglia Khalifa è una Monarchia Costituzionale, la più tollerante dell’area, probabilmente grazie all’influenza occidentale cominciata nel ‘500 con la conquista portoghese e proseguita con il protettorato britannico. 

Ora il Bahrein guarda al futuro. E’ espressione di un’area geografica che tenta di imporsi come polo economico e finanziario senza tralasciare gli aspetti culturali e di svago.

Negli anni Settanta, il Bahrein era famoso nel mondo per la coltivazione di perle. Ora è conosciuto per le sue risorse petrolifere che coprono il 20% del PIL. Queste risorse sono, però, limitate rispetto a quelle dei giganti del greggio come Arabia Saudita e Kuwait ed è proprio per questo motivo che il Bahrein, oggi, è una Nazione che ha focalizzato il suo obiettivo diversificando la sua economia. Ha accolto i grandi della tecnologia e le prestigiose startup, arrivando ad occupare così il primo posto nell’area MENA, Medio Oriente e Nord Africa. 

(da: pixabay.com)

Essere diventati un punto di riferimento per le startup è motivo d’orgoglio e di prestigio per il Governo, desideroso di accompagnare il Bahrein verso un’economia di nuova generazione. L’Esecutivo si impegna a mantenere le tasse e l’Iva basse al fine di garantire le infrastrutture giuste per lo sviluppo del business. 

 Dal 1971, anno dell’indipendenza dai britannici, ingegneri, informatici, economisti e manodopera dall’estero, arrivati a Manama, hanno contribuito in maniera rilevante a costruire e a dare uno slancio  al futuro di questo Paese. Ci sono riusciti. Oggi il piccolo Regno è polo d’attrazione dei grandi player internazionali attirati in un Paese che ha fatto del suo passato e della sua diversità culturale il suo punto di forza.

L’ecosistema commerciale del Bahrein è stato progettato e messo in atto per avere successo, per vincere. Il piccolo Regno è riconosciuto tra i migliori Paesi dell’Area per la facilità di fare impresa. Un impegno svolto con determinazione che porta a lavorare costantemente per rivoluzionare l’industria, introdurre e revisionare le normative e lanciare nuove iniziative che migliorino ulteriormente lo status quo. La Banca Mondiale e le Nazioni Unite hanno riconosciuto il Bahrein come la quarta tra le economie più crescenti al mondo e l’esistenza delle migliori infrastrutture digitali tra i Paesi nell’Area del Golfo. Quindi il Paese è pronto a puntare su nuovi settori e diventare competitivo su scala internazionale.

(da: pixabay.com)

Il Bahrein è un Paese che vale la pena conoscere, ma soprattutto condividere. L’intero Regno è una zona franca, è la porta d’accesso al mercato della finanza islamica. I servizi finanziari crescono perché la tassazione è paradisiaca e ciò permette di detenere il 100% di proprietà straniera nella maggior parte dei settori. Dal 2002 l’arcipelago è sede dell’International Islamic Financial Market, l’organizzazione transnazionale che fissa le regole per far banca senza violare i valori della Sharia, codice di norme di diritto positivo.

Ora rimaniamo tutti vigili e osserviamo le future mosse! Sono certa che questo piccolo Stato saprà sorprenderci ancora e ottenere quel posto al sole condiviso e ambito anche da molti altri Paesi dell’Area.

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