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Cronaca

IL DRAMMA DEI BAMBINI IN UCRAINA: VITTIME INNOCENTI DELLA GUERRA

Polina aveva solo 11 anni. La sua immagine con i capelli biondi ed una mèche rosa ha fatto il giro del mondo.

Alisa, invece, di anni ne aveva 7 e viveva nel Donbass.  Sono morte entrambe: due giovanissime vite spezzate dalla guerra che sta facendo pagare ai più piccoli un prezzo terribile.

Sono molti i bambini e gli adolescenti morti in questo conflitto, neppure le Nazioni Unite hanno potuto verificare il vero numero.

Gli appelli di Save The Children si moltiplicano: secondo l’organizzazione sarebbero ‘decine’ le vittime tra i bambini e oltre  400mila coloro che hanno lasciato il Paese in cerca di salvezza, molti dei quali non hanno nulla, se non i vestiti che indossano.

Polina, Sofia e Ivan, Alisa… e molti altri

Polina frequentava l’ultimo anno della scuola primaria. Nella foto che la ritrae sorride mostrando delle pietre, probabilmente per lei preziosissime. Era in auto con i genitori, il fratello e la sorella in una strada a nord-ovest di Kiev dove si è verificato una scontro fra le forze speciali russe e l’esercito ucraino: l’auto della famiglia rimasta nel mezzo è stata crivellata di colpi. Polina ed i suoi genitori sono morti, i fratelli sono stati ricoverati in terapia intensiva; dopo pochi giorni anche il fratello è morto, la sorella è ancora ricoverata in gravi condizioni, senza sapere che il resto della sua famiglia non c’è più.

Sofia e Ivan avevano rispettivamente sei anni e poche settimane: sono morti in un attacco a Cherson. La famiglia stava provando a fuggire in automobile.

Alisa si era rifugiata con la mamma  in un asilo durante un bombardamento. E’stata raggiunta da una scheggia ed è morta il giorno dopo in ospedale.

A Mariupol, città sul Mare d’Azov, la bambina dal pigiamino con gli unicorni e i capelli castani è morta in sala operatoria: i medici non sono riusciti a salvarle la vita. Il palazzo in cui viveva è stato sventrato. La mamma ha atteso invano fuori dall’ospedale con in  mano le sue pantofole rosa e la sua sciarpa con un pon pon.

Via dall’Ucraina i bimbi malati di cancro

Bimbi che muoiono, altri che rischiano di morire senza le cure adeguate. Sono atterrati all’aeroporto di Milano Linate i primi piccoli pazienti oncologici  insieme ai loro familiari: potranno continuare le terapie salvavita in parte a Milano, altri a Pavia. Il volo umanitario è stato organizzato da Regione Lombardia  a supporto del lavoro che Soleterre , Ong che opera da oltre 20 anni in Ucraina, porta avanti per  garantire i trattamenti ai bimbi malati di tumore. “Questi piccoli pazienti – ha raccontato il presidente di Fondazione Soleterre- hanno percorso oltre 2.000 chilometri. Abbiamo creato un corridoio umanitario per farli uscire dalla capitale ucraina e toglierli dalle bombe. Tutti i pazienti sono stati evacuati con il personale sanitario ed i loro genitori. Un viaggio stremante: in treno, bus e persino a piedi, durante il quale sono state sempre garantite le cure”. Una vera e propria ‘operazione lampo’.

Ora tutti i centri pediatrici oncologici di Kiev sono stati evacuati e i pazienti si trovano presso l’ospedale pediatrico di Leopoli. Da lì verranno trasferiti alle diverse strutture europee che hanno offerto disponibilità all’accoglienza.

I bimbi che nascono nei bunker

E poi c’è la vita. Quella che continua nonostante la guerra e rappresenta la speranza, nelle cantine e nei rifugi sotterranei dove i civili che non possono o non riescono a fuggire dal Paese trovano riparo. Ed è proprio qui che i bambini ora nascono.

L’immagine di Mia, la bambina nata in un rifugio antiaereo a Kiev, ha commosso il mondo. La piccola è nata  di notte, durante un bombardamento sulla città, ma non è stata la sola a  venire al mondo  nei giorni più difficili e cupi dell’Ucraina.

Un altro bimbo di cui non si conosce il nome , è nato nel seminterrato di un ospedale della capitale, in quanto la sala parto era statadistrutta dalle bombe.  Come loro Fedor, che sua madre ha partorito in un bunker freddo e fatiscente, mentre fuori si sentivano le sirene e le bombe.  “ Mentre lo tenevo stretto nel bunker  gli ho detto: sei fortunato, sei unico, sei nato in Ucraina, sei la nuova Ucraina”ha raccontato la neo-mamma ad un giornalista del Guardian.

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