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GIULIA CAMINITO HA VINTO LA 59ESIMA EDIZIONE DEL PREMIO CAMPIELLO

La scrittrice romana ha vinto con 99 voti su 270 arrivati dalla Giuria Popolare di Trecento Lettori Anonimi.

Giulia Caminito ha vinto la 59esima edizione del Premio Campiello con “L’acqua del lago non è mai dolce” (Bompiani). Il romanzo è stato anche finalista al Premio Strega 2021, arrivando però quarto con 78 voti.

“Dedico il mio premio alle donne, perché possano sempre avere la possibilità di leggere scrivere ovunque”, ha detto la 33enne scrittrice romana, “non mi aspettavo assolutamente nulla, certo non pensavo di vincere”.

Dal sito di Bompiani la trama del libro “L’acqua del lago non è mai dolce”.

“Odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate. È un antico cratere, ora pieno d’acqua: è il lago di Bracciano, dove approda, in fuga dall’indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia, donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un marito disabile e di quattro figli.

Antonia è onestissima, Antonia non scende a compromessi, Antonia crede nel bene comune eppure vuole insegnare alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacità di tenere alta la testa.

E Gaia impara: a non lamentarsi, a salire ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri, a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a tuffarsi nel lago anche se le correnti tirano verso il fondo.

Sembra che questa ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima. Ogni moto di ragionevolezza precipita dentro di lei come in quelle notti in cui corre a fari spenti nel buio in sella a un motorino.

Alla banalità insapore della vita, a un torto subìto Gaia reagisce con violenza imprevedibile, con la determinazione di una divinità muta. Sono gli anni duemila, Gaia e i suoi amici crescono in un mondo dal quale le grandi battaglie politiche e civili sono lontane, vicino c’è solo il piccolo cabotaggio degli oggetti posseduti o negati, dei primi sms, le acque immobili di un’esistenza priva di orizzonti.

Giulia Caminito dà vita a un romanzo ancorato nella realtà e insieme percorso da un’inquietudine radicale, che fa di una scrittura essenziale e misurata, spigolosa e poetica l’ultimo baluardo contro i fantasmi che incombono.

Il lago è uno specchio magico: sul fondo, insieme al presepe sommerso, vediamo la giovinezza, la sua ostinata sfida all’infelicità”.

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