Quella del 2021 non è solo l’estate della ripartenza, ma anche delle riflessioni e delle scelte ponderate. Vecchi vasi ricolmi di problemi ancora troppo urgenti tornano a essere scoperchiati e in questo ultimo periodo si pone nuovamente l’accento sul tema dell’inquinamento marino. Oceani e mari sono costantemente minacciati dall’uomo, spesso anche in maniera inconsapevole; secondo numerose ricerche, infatti, le creme solari – utili a proteggere la pelle dai raggi UV – hanno effetti disastrosi sulla salute delle acque e su quella dei suoi abitanti.
Qualche esempio? Sostanze come parabeni, oxybenzone e omolosato, presenti nei comuni filtri, danneggiano lo sviluppo di organismi marini e provocano lo sbiancamento dei coralli. Già qualche anno fa, la rivista Environmental Science & Technology pubblicava gli sconfortanti risultati di uno studio incentrato sul rilascio di metalli tossici in acqua causato dalle creme protettive. E questi sono solo alcuni degli effetti negativi registrati dagli esperti.
Nel gennaio del 2020, la Repubblica di Palau – stato insulare della Micronesia – ha deciso di salvaguardare la grande varietà di barriere coralline presenti nelle sue acque, vietando la vendita e l’utilizzo di filtri solari inquinanti.
L’iniziativa green di Palau, portata avanti con determinazione dall’ex presidente Tommy Remengesau, è stata apprezzata anche da altre realtà. E così, nei primi mesi di questo 2021, anche Messico, Hawaii, Florida e l’isola di Bonaire, hanno detto basta alle protezioni nemiche dell’ambiente.
Ma se da una parte cresce il senso di responsabilità nei confronti dell’ecosistema marino, dall’altra confusione e polemiche scaldano gli animi di chi pensa anche alla tutela della propria pelle.
È doveroso precisare, quindi, che il divieto non si estende a tutte le creme solari, bensì a quelle che presentano un’alta concentrazione di sostanze nocive. L’impiego di prodotti utili a respingere i rischi legati all’esposizione ai raggi solari è ancora altamente consigliato.
A questo proposito, l’Italia, sempre sensibile alle tematiche green, si dice pronta a soddisfare le esigenze ambientali e quelle dei consumatori introducendo sul mercato protezioni eco-friendly. Un progetto incoraggiante, ma non impeccabile e su questo punto gli studiosi parlano chiaro: testare gli effetti dei prodotti – e delle loro sostanze – sostenibili richiede tempo e tanta pazienza. Per il compromesso ‘miracoloso’ bisogna aspettare ancora un po’, intanto si consiglia di munirsi (sempre) di buonsenso.