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Medicina

SALE E SALUTE

Un gesto naturale, si prende la saliera e si comincia ad aggiungere quei piccoli granelli che sembrano innocenti e che conferiscono un sapore più deciso alle nostre pietanze, eppure, in quel momento, forse inconsapevolmente, ci stiamo facendo piano piano del male.

L’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) ci bacchetta e ci raccomanda di consumare meno di 5 grammi di sale al giorno, mentre noi italiani, abitualmente, ne consumiamo più del doppio. Ma attenzione, nel nostro conteggio dobbiamo considerare oltre al sale che aggiungiamo “a nostro buon cuore” anche quello già presente nei cibi. Un cucchiaino da caffè al giorno e basta, questa la nostra razione quotidiana, facile a dirsi, ma a farsi?

Tra il pranzo dalla nonna, con cibi elaborati e decisamente conditi, l’insalata che ci fa bene (ma non sa di niente) a cui dobbiamo aggiungere quel qualcosa per ingurgitarla, le patatine fritte ricoperte di granelli, ne facciamo scorpacciata, ma il vero gusto e il vero sapore quali sono?

Tutti lo sappiamo ma ci fa comodo non sapere: i cibi contengono già sale.  Forse però non conosciamo adeguatamente le conseguenze di un suo eventuale abuso. Aumento della pressione arteriosa da cui potrebbero derivare infarto e ictus, malattie cronico-degenerative come i tumori dell’apparato digerente, obesità causata dal consumo di cibi elaborati ma anche di bibite zuccherate e alcoliche per placare la sete.
Attenzione anche ai reni, chi li ha già compromessi rischia di più perché non riesce correttamente ad espellere il sale, cosa che, nella normalità, il corpo fa abbastanza agevolmente.

da pixabay.com

Ma occhio a non demonizzare il sale: un consumo e ridotto, soprattutto nel periodo estivo, può favorire l’insorgenza di crampi, diminuire appetito e lucidità mentale. Inoltre esso è un ottimo conservatore naturale di cibo.

Cosa fare quindi concretamente per ridurne il consumo? Bisognerebbe agire su più livelli:

– A livello industriale, salando meno gli alimenti e privilegiando prodotti freschi a quelli condizionati;

– A livello istituzionale coinvolgendo gli enti in campagne comuni di sensibilizzazione, che partano magari dalle scuole;

– A livello globale creando sinergie tra professionisti, cittadini, industrie e ristoratori;

Ma le azioni più efficaci sono da apportare sul piano alimentare. Ecco alcuni consigli:

  1. Consumare meno prodotti da forno, salumi e formaggi e in genere cibi confezionati;
  2. Non tenere il sale a tavola per evitare la tentazione di aggiungerlo;
  3. Leggere bene le etichette scegliendo prodotti a basso contenuto di sale (inferiore a 0,3 grammi per 100g);
  4. Limitare l’uso di condimenti ricchi di sodio (salse, maionese, dadi ecc.) e usare spezie, limone, aceto ed erbe aromatiche;
  5. Abituare il palato, sin dall’inizio, al vero sapore del cibo;
  6. Utilizzare poco sale in cottura, aggiungerlo alla fine;
  7. Mangiare poco fuori casa.

Insomma sì al sale, ma con moderazione!

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