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DOWNTOWN STUDIOS, PRESENTE E PASSATO CONTRO IL COVID

Le piccole realtà hanno dovuto fronteggiare i problemi economici derivanti dall’epidemia.

di Gaetano Arena

Uno dei settori maggiormente colpiti dalla pandemia Covid-19 è quello artistico-musicale, in particolare le migliaia di piccole realtà che fanno dell’arte il proprio pane quotidiano. Un esempio è Downtown Studios, fondato a Pavia nel 2005 da Guido Tronconi. Nato da un deposito di gomme, è stato ristrutturato e attrezzato per ospitare sale prove e studio di registrazione.

Col passare del tempo, con la crescente frequentazione da parte di musicisti, sono state fondate una piccola etichetta discografica, Martiné Records, che si occupa di produzioni di vari generi (tra cui blues, rock, rap, folk), e l’Associazione Cielo Terra e Musica, dedicata all’insegnamento. Di conseguenza, la scena musicale intorno alla struttura è cresciuta, e via via sono stati realizzati vari progetti aggregativi, sviluppati e presentati durante piccoli festival. Un esempio? Il disco La nostra terra suona, che comprende undici brani di musica popolare riarrangiati da band locali ed abbinati a vini dell’Oltrepò Pavese.

Con l’emergenza sanitaria, la struttura si è dovuta attrezzare per lavorare in streaming. La situazione, tutt’altro che rosea con la perdita del 90% delle entrate, ha costretto Downtown Studios a rivoluzionare il proprio modo di lavorare, puntando sulle produzioni musicali online con la possibilità di raggiungere velocemente clienti in ogni parte del mondo. “Ho pensato ottanta volte di chiudere, ma ho pensato anche novanta volte di non farlo”, afferma il fondatore Guido Tronconi, che ritiene un luogo come questo fondamentale per la sopravvivenza della musica nel pavese. “L’assenza di spazi come questi – conclude – significherebbe togliere spazio a questa arte: oltre ai teatri e ai palchi, è di vitale importanza la presenza di scuole di musica, sale prove e studi di registrazione, luoghi in cui si generano relazioni sociali a cui non possiamo rinunciare”.

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