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Politica

NUOVO GOVERNO DRAGHI, TRA ENTUSIASMO E MALUMORI

“L’italica tradizione del consenso ad assetto variabile già lancia i primi segnali d’allarme: dietro al salvifico nome del Mario nazionale il sismografo dell’entusiasmo sconfina verso la zona rossa annunciando futuri malumori” (Senatore Dal Mas).

L’esecutivo proposto da Draghi è accolto con entusiasmo dal mondo politico: secondo il leader di Italia Viva gli ingressi sono di ”straordinario valore. Una squadra di alto livello. Buon lavoro al Presidente Draghi e ai suoi ministri”.

Entusiasta è anche Teresa Bellanova, già ministra del governo Conte: “Nasce il governo Draghi: bene così. Il Paese, come diciamo da mesi, ha finalmente un governo che, grazie ad alcuni nomi eccezionali che lo caratterizzano, è all’altezza delle enormi sfide che ci attendono. Sono contenta che la scelta mia, di Elena Bonetti e di Ivan Scalfarotto non sia stata vana ed abbia portato a questo esito”.

“Al Presidente Mattarella grazie per il suo prezioso operato. All’amica Elena ho voluto fare personalmente gli auguri di buon lavoro che, ovviamente, estendo a tutte e a tutti i Ministri indicati. L’augurio di ottimo e proficuo lavoro va però soprattutto al Presidente del Consiglio Mario Draghi. Io continuerò il mio impegno politico al Senato ed in Italia Viva perchè questo albero del riformismo che abbiamo piantato possa crescere rigoglioso”, conclude Bellanova.

Mentre Franceschini sostiene: “cercherò di onorare al meglio la fiducia perché la cultura italiana sia il motore della ripartenza del Paese. Giusta la scelta di un ministero per il turismo, in un momento così difficile il Paese ha bisogno di ripartire”.

Mentre Salvini, ospite del Tg di La7, dopo l’annuncio con i nomi dei ministri del governo Draghi, afferma: “L’Italia chiama, chi può risponde. Forse non era conveniente a livello di consenso, ma non me la sento di tirarmi indietro. Noi non avevamo chiesto nomi ma cose da fare: un ministero della disabilità, che è stato creato e un ministero del turismo “ad hoc”, visto il settore in grande sofferenza. Non vediamo l’ora dei metterci a lavorare, sottolinea il leader della Lega , rivelando di essere stato chiamato dal premier “dieci minuti prima della sua salita al Quirinale”.  Il leader della Lega conclude dichiarando: “Abbiamo grandi responsabilità con questo governo, nonostante qualche riconferma, penso a Speranza o Lamorgese, ci sarà bisogno di un cambio di marcia, perché non tutto è andato per il meglio”.

E’ in Forza Italia che si registrano i principali malumori. Vince la linea “lettiana” che negli ultimi mesi si è opposta a quella filo-leghista. Nessun portafoglio, “tre ministeri minori, e con gli stessi numeri parlamentari o quasi della Lega”, attacca un dirigente azzurro, tanto che si vocifera di una telefonata proprio sul tema di Berlusconi a Draghi, oltre alle lamentele per l’assenza di esponenti del Senato.

Secondo quanto riporta Adnkronos, Beppe Grillo ha chiamato i big del M5S salutando come un successo il ministero della Transizione ecologica varato dal governo Draghi. Il nome di Roberto Cingolani era stato fatto proprio da lui al premier incaricato.

Eppure tanti sono i malumori interni al M5S, anche riguardo al ministero chiesto dal fondatore del Movimento, condizione sine qua non per assicurare il sostegno dei 5 stelle al governo guidato dall’ex numero uno della Bce. Molti all’interno del Movimento lamentano che il ministero più “pesante” è andato alla Lega con Giancarlo Giorgetti e puntano il dito contro il mancato accorpamento del Mise e dell’Ambiente. Ma ciò non avrebbe oscurato l’entusiasmo del garante del Movimento.

Molti, che non si riconoscono più in un M5S geneticamente modificato, probabilmente, se ne andranno. L’esodo, infatti, è iniziato e non si esclude la scissione.  Una spia è costituita dallo strappo di Di Battista, segnale di una frattura forse non più sanabile.

Si tratta di malumori che con l’ufficializzazione della lista dei ministri si fanno sempre più insistenti.
Il dissenso della squadra Draghi potrebbe spingere diversi parlamentari a compiere il passo definitivo fuori dal M5S: si parla di dieci, quindici eletti, fra Camera e Senato, pronti a salutare Beppe Grillo & Co.

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