La decisione americana di non rinnovare le esenzioniin scadenza a maggio, agli otto paesi che commerciano ancora il petroliocon l’Iran, è molto pericolosa. L’obiettivo è annullare le importazioni di greggio dell’Italia e di altri sette partner, tra cui la Cina. Pechino, grande alleato del paese degli Ayatollah insieme alla Russia, ha criticato immediatamente la mossa della Casa Biancavolta a compiacere Israelee ciò potrebbe complicare le trattative commerciali tra il gigante asiatico e Washington.
I rischi.Un embargo totale, nei confronti dell’oro neroproveniente dal territorio deiPasdaran, genererebbe inoltre un aumento dell’inflazionea livello globale. Un incremento generalizzato dei prezzi dei carburantie quindi dei beniche viaggiano su gommaaffosserebbe un Occidenteche fatica a risorgere dalla crisi, economica devastante, iniziata nel 2008. I livelli di povertà raggiungerebbero così nuovi picchi, insieme alle tensioni sociali nei diversi contesti nazionali che esplodono spesso, come vediamo in Francia con i Gillet Gialli, in violenze. Il mediorientepoi, già deteriorato da conflitti locali che nascondono quelli per procura tra superpotenze, arriverebbe al caostotale.
Il ruolo dell’Onu. I tentativi per calmare la situazione, da parte delle Nazioni Unite, sarebbero forse inefficaci a causa delle divergenze esistenti tra i 5 membri permanenti del Consiglio di sicurezza. Questi ultimi detengono il potere di vetoche consente loro di bloccare qualsiasi risoluzione contraria ai propri interessi. Siamo davanti, di fatto, a uno dei momenti più critici dalla fondazione dell’importante organismo. Un eventuale fallimento darebbe il via probabilmente a una terza guerra mondiale, così come quello della Società delle Nazioniaveva introdotto l’umanità nella seconda.