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Medicina

Vaccino e Covid, a che punto siamo?

Vaccino, a che punto siamo? Se ne sentono tante, forse troppe, di sicuro una vaccinazione di massa sarebbe il primo passo significativo per debellare questo virus che tanto ha sconvolto le nostre vite.

C’è da fare però un poco d’ordine perché l’argomento è importante e riguarda il futuro di tutti noi. La comunità scientifica sta lavorando già da diversi mesi per predisporre un vaccino sicuro ed efficace che contrasti finalmente questo Covid-19, ma il processo che conduce all’approvazione dello stesso è ricco di insidie, lungaggini e burocrazie varie.

Tuttavia riguardando la faccenda una pandemia globale e stante l’interesse di tutto il mondo a pervenire ad un vaccino prima possibile, si stanno facendo passi da gigante. Ma quali sono i vaccini su cui si sta lavorando e quali i passi per pervenire ad una loro validazione definitiva?

I ricercatori stanno cercando di sviluppare:

  • Vaccino a RNA o a DNA, con una sequenza di RNA o DNA sintetizzata in laboratorio che è iniettata nell’organismo umano per indurre le cellule a produrre una proteina simile a quella verso cui si vuole indurre la risposta immunitaria;
  • Vaccino proteico, che utilizza la sequenza RNA del virus, per sintetizzare proteine o frammenti di proteine del capside virale.

La ricerca ha inizio sempre con una valutazione in vitro delle componenti dell’agente che andrà poi a costituire il vaccino, poi si passa alla fase preclinica in cui è testata la riposta immunitaria su organismi viventi non umani e infine si dà il là alla sperimentazione clinica sull’uomo che avviene dopo 2-5 anni dalla prima fase.
La sperimentazione sull’uomo segue poi tre fasi:

  1. Prima somministrazione per valutare sicurezza e tollerabilità su un numero molto ridotto;
  2. Somministrazione ad un numero alto di persone se la fase precedente ha avuto successo. Si definiranno dosi e protocolli adeguati;
  3. Somministrazione ad un sempre più alto numero di persone per valutare la reale funzione preventiva del vaccino.
(da:pixabay.com)

Esaurite con successo queste tre fasi il vaccino viene registrato e si procede alla produzione e distribuzione su larga scala. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha di recente riunito tutti i partner pubblici e privati per pervenire con successo ad una soluzione sicura il prima possibile. Già da luglio a Pechino sono stati somministrati a centinaia di migliaia di soggetti sani due prodotti, i quali usano una forma inattiva del coronavirus per suscitare una reazione immunitaria e un altro prodotto che usa un virus indebolito del raffreddore e, da quanto circola dai vertici cinesi, non sarebbe stato rilevato alcun grave effetto collaterale. Qualche dubbio semmai sussiste  sulla sua efficacia anche se un’importante azienda farmaceutica ha affermato di poterne produrre un miliardo di dosi nel 2021. Ma passi avanti importanti sono stati fatti anche ad Oxford, in Russia e in America.


Il Premier Conte ha affermato che saranno disponibili le prime dosi di vaccino entro dicembre, ma, al di là delle previsioni, è importante dire che si cercherà di ridurre i 12 mesi in genere necessari all’Ema (l’Agenzia europea del farmaco) per l’eventuale validazione.
Certo non è tutto oro quello che luccica anche perché sono diverse le voci che contrastano tutto questo ottimismo, tra cui quella del Dott. Robert Gallo, scienziato e luminare americano che ha affermato che la velocità può significare arrivare prima alla soluzione ma anche a fare le cose con meno dovizia e che gli anticorpi potrebbe essere efficaci solo per pochi mesi. 
La partita è appena cominciata, ne va della qualità della vita di ciascuno di noi.

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