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Volontariato

I PAVONI, I MARCI E I VIRTUOSI DEL VOLONTARIATO

Volontariato, qualcosa che fai volontariamente, di cuore, senza un tornaconto personale, almeno non materiale, perché dal punto di vista spirituale e morale ci si guadagna eccome.

Ma il bene, si sa, attira anche il male, è tremendamente affascinante inquinare un mare pulito, offuscare una luce fulgida, è più facile fare il cattivo in mezzo ai buoni, d’altronde spesso buono è sinonimo di ingenuo.

“Senza scopo di lucro”, c’è scritto in ogni statuto di ogni associazione o fondazione che si rispetti, ma qui non parliamo ancora una volta di beni materiali, ma di posizioni, di apparenza, di prestigio.

Nel volontariato si può far carriera, il volontariato ti permette di apparire, di sentirti importante. Intendiamoci, chi incide sulla società svolge una funzione basilare per il benessere della stessa ma c’è una linea non proprio sottile tra il sentirsi importante e il sentirsi “fighi”.

Ci sono i puri, i pavoni, quelli che non vogliono sfruttare il mondo del Terzo settore per fare denaro, quelli che si accontentano di metterci la faccia, di fare interviste, di essere additati come “eroi di turno”, sono quelli della bulimia da conferenze, eventi, comparse nei mass media. Fanno tanto, forse troppo ma lo fanno più per se stessi che per l’ente che rappresentano, sono appagati, formali, molto fumo e poco arrosto. Sono quelli che organizzano i riflettori su di sé e non sulla associazione, crescono di status anche se magari di fatto raccolgono poco o niente per il futuro della stessa.

(da: pixabay.com)

Poi ci sono i marci, quelli che li trovi con la finta bancarella e la finta pettorina di un’associazione di volontariato, vera o finta che sia, chiedono soldi, fanno i pietosi, sono anche molto convincenti. Vengono smascherati dalla “Striscia la Notizia” di turno e danneggiano oltremodo la parte sana di questo mondo, la gente non ha più fiducia del volontariato, ci pensa sei volte prima di donare 5 o 10 euro, prima di inviare un sms o fare una telefonata. “E se fosse tutto un imbroglio?”, si chiede.

Per fortuna ci sono anche i virtuosi, quelli che si sbattono per organizzare eventi, quelli che pensano solo e unicamente al bene dell’associazione, quelli che devono apparire solo come tramite e non come protagonisti, a volte li devi pregare, sono timidi, vogliono solo il benessere della società, se ne fregano altamente dei riflettori su di sé, della foto, delle comparsate in tv.

Il volontariato è una missione di vita, è quel weekend una tantum che diventa ogni santo weekend tra un lavoro impegnativo e l’altro, sono settimane di passione che diventano mesi e anni tra una figlia da accudire e dei genitori da amare, è trovare il tempo anche laddove non c’è.

Il volontariato deve urlare al mondo la sua funzione, specie nel 2022, deve essere amplificato sui social e sui mass media, deve essere esaltato. Esso è il protagonista, noi tutti operatori del settore siamo tramiti per renderlo uno strumento sempre più scintillante.

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