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Volontariato

L’IMPORTANZA DELLA COMUNICAZIONE NEL VOLONTARIATO

Piccole realtà che non hanno mezzi per farsi conoscere, associazioni “casalinghe” che fanno tantissimo con quel poco che hanno a disposizione, puntini in mezzo ad un mare di pesci grossi, ma la tecnologia può fare davvero miracoli, specie nel 2021.

Spesso ho sentito dire che il bene va tenuto nascosto, va fatto e basta, che le migliori opere sono quelle compiute in silenzio, che la beneficenza non va spifferata. Sono d’accordo con tutto questo? Inizialmente  lo ero, ma col passare del tempo ho capito l’importanza dell’esempio, dell’emulazione. Il bene attira bene e se anche fosse una corsa a chi fa più bene, a chi dona di più, che male ci sarebbe? Vinceremmo davvero tutti!

L’associazione di volontariato a carattere locale, che fa capolavori con modestissime risorse, deve essere conosciuta a livello nazionale, per far capire che con poco si può smuovere un mondo. Ecco perché è sempre più importante avere una figura di riferimento che possa diffondere il messaggio sui siti web e sui social, un social media manager su cui si può e si deve investire.

Quali soldi, se già se ne hanno così pochi per le attività? Un conto è essere Emergency o Amnesty International un conto è essere una Onlus qualunque ed ecco allora che deve entrare in gioco lo Stato, con un ragionamento ad ampio spettro che porterebbe benefici inimmaginabili.

La diffusione del bello, dei messaggi positivi, delle azioni che partono dal volontariato e arrivano dritti dritti nel sociale, luce che attira altra luce in una catena da non spezzare assolutamente.

I testimonial, le campagne mediatiche, le raccolte fondi, ben venga tutto questo! L’attore che dona migliaia di euro per ripulire la sua immagine, anche lui! A volte si arriva a veri e propri bombardamenti, a comunicazioni volte ad impietosire. Discutibili? Forse, ma la realtà è questa, non si scappa, ci sono situazioni devastanti che purtroppo possono muoverci anche a pietà e se la pietà porta a smuovere qualcosa di concreto, ben venga anche essa.

Non dimentichiamoci però delle piccole isole felici, non basta dire “guarda come se la cavano bene con poco”, ma facciamo in modo che le piccole associazioni che fanno la differenza abbiano sempre di più, perché avere di più significa fare più cose e farle ancora meglio.

Anche se non siamo comunicatori di professione, usiamo tutti largamente i social. Non condividiamo solo la vignetta simpatica, l’articolo di gossip, il contenuto polemico, facciamo click anche sulla storia che colpisce dritta al cuore, sulle richieste di aiuto, sulla Onlus costretta a dismettere l’attività per mancanza di fondi.

Facciamo da cassa di risonanza per il bello, spalanchiamo le porte ad un mondo migliore.

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