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Cultura

“DI COSA SIAMO CAPACI”

Il palinsesto del 23 maggio, 29° anniversario delle stragi di Capaci e Via D’Amelio.

Basta iniziare a scrivere su un motore di ricerca 23 maggio che immediatamente compare l’anno, 1992, che segnò la morte di innocenti e anche la nostra Storia. A questo viene (amaramente) spontaneo associare la strage di Capaci. 

Il giudice Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo, «di ritorno da Roma, atterrano a Palermo con un jet del Sisde, un aereo dei servizi segreti partito dall’aeroporto romano di Ciampino alle ore 16:40. Tre auto blindate li aspettano. È la scorta di Giovanni, la squadra che ha il compito di sorvegliarlo dopo il fallito attentato del 1989 dell’Addaura. Dopo aver imboccato l’autostrada che porta a Palermo, all’altezza dello svincolo di Capaci, una terrificante esplosione disintegra il corteo di auto e uccide Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Schifani» (dal sito della Fondazione Falcone).

Sono trascorsi ben 29 anni da quell’attentato e dalla strage di via d’Amelio, avvenuta esattamente 45 giorni dopo, il 19 luglio, dove persero la vita l’amico e collega Paolo Borsellino assieme ai cinque agenti di scortaa. Il titolo scelto dal Servizio Pubblico per queste dolorose ricorrenze non è casuale: “Di cosa siamo Capaci”, facendo riferimento a quel luogo che mutò per sempre le vite di privati e uomini a servizio dello Stato – e, quindi, nostro – e, parallelamente, ‘provoca’ e ci ricorda di cosa l’uomo possa essere, appunto, capace.

Domenica 23, tra i momenti più significativi, «l’avvio delle celebrazioni al molo del capoluogo siciliano, al quale fanno seguito la deposizione di corone di alloro sulla lapide alla Questura e la solenne cerimonia istituzionale alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella dall’Aula Bunker di Palermo. A partire dalle 8 li seguiranno in diretta Tg1 e Rai1, Giornale Radio Rai, RaiNews24, ma anche “Uno Mattina in Famiglia” e lo Speciale Rai1-Tg1 “Palermo chiama Italia”. Tra gli altri appuntamenti significativi, in prima serata su Rai Storia, il dialogo sulla figura e il lascito di Giovanni Falcone tra la Ministra della Giustizia Marta Cartabia e la sorella del magistrato, Maria Falcone, che – per Rai Cultura – sceglie e commenta l’intera programmazione della “Domenica Con” nel segno della legalità e dei suoi ‘eroi’, dalle 14 alle 24 sempre su Rai Storia.

Nel corso della giornata spazio alla ricorrenza anche su Rai3, alle 8 con “La Grande Storia Anniversari” e il doc “Falcone contro Riina. La guerra di cosa nostra”, mentre su Rai1, alle 17:20, “Da Noi… A Ruota Libera” con Francesca Fialdini segue la cerimonia presso l’Albero Falcone a Palermo. In prima serata, il ricordo è affidato, dalle 20 su Rai3, a Fabio Fazio e “Che Tempo Che Fa” e in prima serata su Rai1 alla fiction “Per amore del mio popolo” dedicata a Don Peppe Diana, seguita dallo Speciale Tg1 “Se dicessimo la verità”, con le voci di chi ha sfidato la criminalità organizzata.

Oltre al racconto delle cerimonie ufficiali, anche le reti specializzate propongono approfondimenti e riflessioni sul tema della legalità, tra cinema, fiction, documentari: dal palinsesto interamente dedicato di Rai Storia al film “Era d’estate” di Fiorella Infascelli con Massimo Popolizio e Bebbe Fiorello alle 16 su Rai5; da “Giovanni e Paolo e il mistero dei Pupi”, alle 10:25 e 16:30 su Rai Gulp (che racconta, in chiave di favola destinata ai bambini, una storia ambientata nella Palermo degli anni ’50, con le voci di Leo Gullotta, Donatella Finocchiaro e Claudio Gioè – non a caso tutti e tre siciliani, nda) fino al tv movie “Giovanni Falcone – L’uomo che sfidò Cosa Nostra” alle 19:05 su Rai Premium (diretto dai fratelli Frazzi, con Massimo Dapporto, Elena Sofia Ricci ed Emilio Solfrizzi, nda). E ancora, lo Speciale “Le Navi della Legalità” alle 10 e, in replica, alle 19:30 e 22:30 su Rai Scuola.

Ricca l’offerta di Rai Digital su RaiPlay con proposte che vanno dal cinema alla fiction, dal teatro (“Io Paolo” del 2020, uno spettacolo teatrale scritto dal giornalista Francesco Vitale e da Manfredi Borsellino, con Alessio Vassallo, nda) ai documentari, ai contributi di Rai Teche. Grande impegno, infine, sui Social Rai: tutti gli account delle reti, delle testate e dei programmi seguiranno la giornata del 23 maggio e supporteranno le attività della Fondazione Falcone e del Ministero dell’Istruzione» (dalla nota ufficiale).

Non bisogna smettere mai di credere che tutto questo serva, non solo per commemorare chi ha sacrificato la propria vita – dai magistrati ai loro familiari e ai ‘semplici’ uomini della scorta – ma anche per far conoscere la loro storia ai più giovani, che devono essere messi al corrente dei valori e dell’etica che contraddistingueva questi esseri umani perché questo erano prima ancora che dei rappresentanti dello Stato.

«Cerchiamo di realizzare sempre più programmi, serie tv, approfondimenti per portare avanti la lotta contro le mafie e formare una coscienza autentica. Giovanni Falcone ci ha insegnato che la cultura si combatte con l’educazione, con il senso civico e con la tenacia. Noi vogliamo sorreggere la freschezza morale e la speranza dei giovani che ogni anno si impegnano con iniziative per la Giornata della legalità. La Rai è la memoria del Paese e ogni giorno è concretamente accanto alle famiglie delle vittime di mafia. Mai si spegneranno i nostri riflettori sulle storie e sui sacrifici di quanti hanno dato la loro vita per contrastare la mafia», ha dichiarato il Presidente della Rai Marcello Foa. «Il mio impegno è di portare sempre avanti la memoria», ha affermato Tina Montinaro, moglie di Antonio, capo scorta di Falcone, di cui tutti conosciamo le parole di disperazione e monito nel corso del funerale. La donna ha aggiunto: «Le nuove generazioni devono sapere cos’è successo nel nostro Paese. Ritengo sia importante che questi uomini non vengano dimenticati e quindi ho voluto capire come sono stati raccontati ai giovani che oggi hanno un linguaggio diverso rispetto al passato. Così ho lanciato una challenge a cinque istituti di Palermo come cinque sono i nostri eroi di Capaci, i ragazzi hanno scritto dei testi che verranno rappati nel giardino di Capaci il 23 maggio. In più ci sarà il campione di arrampicata Stefano Ghisolfi, il quale si arrampicherà per oltre venti metri fino alla casetta con la scritta “No mafia” e farà scendere una bandiera dell’Italia di 20 metri con scritto “Di cosa siamo Capaci”». Tutto questo deve servire a non dimenticare, oltre che a sensibilizzare su una ferita aperta e su tasto ancora molto radicato nel nostro Paese. «Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini», ha asserito lucidamente il magistrato Giovanni Falcone durante la sua lotta.

Per ulteriori approfondimenti su tutti gli appuntamenti trovate l’intero palinsesto qui: NewsRai dedicato.

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