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Cultura

LO SVILUPPO DELLA CREATIVITA’ ATTRAVERSO IL GIOCO

Oltre all’uomo soltanto gli animali superiori giocano nella prima fase della loro vita, motivazione che ci
induce a ritenere che il gioco sia in stretta relazione con la capacità di apprendere.

di Eliana Cavanna

Foto di Esi Grünhagen da Pixabay

Attraverso il gioco il bambino non sviluppa soltanto le sue capacità fisiche, ma anche l’immaginazione, l’intelligenza, l’affettività, la socialità.

L’attività ludica è l’esperienza fondamentale oltre che il modo di esprimersi dell’infanzia: durante il gioco vengono apprese infinite nozioni e sperimentati atteggiamenti utili come tirocinio alla vita del futuro adulto.

Tuttavia, benché il gioco realizzi importanti finalità, non costituisce un’attività rivolta ad un fine, ma rappresenta l’espressione libera, piacevole e spontanea della vita del bambino.
La creatività indica un aspetto potenziale della personalità che ogni individuo possiede fin dalla nascita: il suo sviluppo dipende in gran parte dall’interazione con l’ambiente, dalle opportunità che esso offre.

Creativo non è soltanto colui che prospetta o produce qualcosa di nuovo, ma anche chi trova una diversa interpretazione ed organizzazione dei dati già elaborati.
La capacità di essere originale ed inventivo è prerogativa di chiunque agisce e pensa. La forza del pensiero euristico, o creativo, secondo Taylor è rappresentata dalla ricerca di nuove vie e nuove strategie per interpretare la realtà. In questa ottica si spiega l’importanza del gioco per lo sviluppo della creatività.

Secondo Piaget gli stadi del gioco seguono integralmente quelli dello sviluppo individuale:

  • dalla nascita al secondo anno di vita il bambino attraversa il cosiddetto periodo senso motorio, caratterizzato da giochi d’esercizio che gli consentono di muoversi, pestare, gettare, cercare e nascondersi;
  • dai due ai sette/otto anni il bambino attraversa lo stadio dei giochi simbolici. Egli riproduce e immagina persone e avvenimenti, quindi assimila e ripropone la realtà in forma simbolica adattandola alle proprie esperienze emotive.
  • In questa fase dello sviluppo mentale rientrano anche i giochi di costruzione: smontare un meccanismo, rimontarlo, ricostruire, sostituire i pezzi sono tutte operazioni che fanno conoscere, confrontare e risolvere problemi;
  • dagli otto ai dodici anni sono caratteristici i giochi di gruppo e di regole che promuovono lo sviluppo sociale;
  • dai dieci ai quattordici/quindici anni i bambini realizzano giochi di linguaggio e giochi sociali attraverso i quali si attua il passaggio dal pensiero concreto focalizzato sui fatti, a quello formale come rappresentazione di azioni possibili che implicano la libera attività di pensiero o di riflessione spontanea che sfocia nell’egocentrismo adolescenziale.
    Durante tutte le tappe fondamentali del gioco si attivano gli aspetti rilevanti della creatività, un’abitudine al pensiero divergente, riassumibile, some indicato da Rogers in apertura verso l’esperienza, nel costituirsi di criteri di valutazione secondo parametri personali e autonomi, nella capacità di giocare con gli elementi e i concetti fuori dagli schemi abituali.

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