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La felicità in un bicchiere

Il ventisettenne toscano Riccardo Cerboneschi lavora come bartender al Locale Firenze, miglior cocktail bar d’Italia. Per lui preparare drink significa regalare momenti indimenticabili.

Com’è nata la tua passione per il bartending?

Quasi per caso: dopo un anno di università non proprio entusiasmante, ho accettato di lavorare in un piccolo chiringuito in riva al mare. La passione e il modo di accogliere il cliente del mio primo datore di lavoro, Maurizio, hanno contribuito non poco a farmi innamorare del bar. Dopo qualche anno, un mio amico, già allievo della scuola professionale Mixology Academy, mi ha convinto a frequentare il primo corso. Ed è stato subito amore. Veder brillare gli occhi del mio cliente per un buon Americano o un Mojito, che fosse un ragazzino di 18 anni o un signore di 60, mi riempiva il cuore e mi faceva sentire bene. Da qui sono arrivato dietro al bancone della miglior discoteca della mia zona, fino a convincermi che era il momento di fare un passo in avanti. E ho trovato la mia fortuna al Locale Firenze, dove, in questi due anni, ho avuto la possibilità di crescere, imparare, mettermi alla prova e soprattutto conoscere persone e colleghi da tutte le parti del mondo. 

Cosa hai imparato alla Mixology Academy?

Ad amare il lavoro, che richiede anche fatica e impegno. Tutto merito dei trainer che mi hanno seguito durante quel faticosissimo periodo. Senza la passione e la dedizione che hanno trasmesso a me e ad altri ragazzi alle prime armi, non avrei mai capito quanto sia bello regalare ai clienti momenti indimenticabili.

Il cocktail più alla moda, quello più sopravvalutato e quello che meriterebbe di essere più conosciuto?

Il cocktail più alla moda dipende molto da che parte di mondo ti trovi e dal gusto personale. Può essere un Gin & Tonic, un Negroni oppure un Old Fashioned. Ma al momento, anche in base a vari studi e all’esperienza personale, il Pornstar Martini – rimanendo sul classico – sta avendo un successo incredibile. Quello più sopravvalutato non esiste. Noi barman e operatori di settore non possiamo mai permetterci di sottovalutare il gusto di un cliente. Se ci chiede X dovrà avere X ed essere soddisfatto al 100%. Anche se la richiesta non incontra le nostre preferenze. Lavoriamo per le persone, per il loro piacere. Al Locale Firenze, ultimamente, abbiamo inserito nella nostra nuova cocktail list, una pagina finale con quattro classici dimenticati, che cambiano ogni mese. Mi piacerebbe che i barman facessero riscoprire drink caduti nell’oblio.

Che drink abbineresti a:

  • il primo appuntamento 
    • un addio al nubilato
    • una rimpatriata tra vecchi amici
    • un party aziendale

Per il primo appuntamento metterei lei/lui a suo agio rimanendo su un gusto familiare, il tempo per stupire si avrà con il passare dei giorni e col crescere della relazione. P.S: Donne, se bevete Negroni guadagnate 100 punti!

Per l’addio al nubilato proporrei un buon Pornstar Martini, un pizzico di malizia è d’obbligo negli ultimi giorni prima del matrimonio.

Per una rimpatriata tra amici di lunga data vedo perfetto un Old Fashioned, così rotondo e deciso da riportare alla memoria vecchi aneddoti.

Un party aziendale, invece, può essere accompagnato da Daiquiri e Whiskey Sour, una bella shakerata è quello che ci vuole per animare la festa.

Hai mai creato un cocktail tuo e con quali ingredienti? 

Ho avuto la fortuna di partecipare a diverse competizioni e mettere alla prova le mie capacità. Insieme agli altri ragazzi dello staff del bar di Locale Firenze ho creato il nuovo menù “A Gesti” e sono particolarmente affezionato alla mia idea per il “Sonno”: cocktail a base di vodka ridistillata in alambicco con foglie di malva, cordiale ai fiori di malva, foglie di biancospino e succo di pompelmo rosa chiarificato. Viene servito nella coppetta con una sferificazione di fumo al pompelmo rosa e verbena. 

(Preparazione del cocktail)

Che caratteristiche devono avere un bravo bartender e il cocktail perfetto? 

Essere un bravo bartender e creare il cocktail perfetto sono cose strettamente legate. Quello che cerco di fare io, ogni volta, è offrire al mio cliente un’esperienza unica, cercando di farlo sentire a suo agio il più possibile, quasi si sentisse mio amico da una vita. Il cocktail deve rispecchiare perfettamente le sue richieste. Dopo il primo bicchiere, se ho la possibilità e la capacità di conquistare la sua fiducia, posso fargli assaggiare i miei esperimenti o drink dai sapori a lui sconosciuti. Ma il primo pensiero deve essere sempre offrire il servizio più adatto alla tipologia di persona. Un barman esperto riesce a capire chi ha davanti. 

Hai partecipato alla Campari Barman Competition 2018. Com’è andata?

L’edizione 2018 celebrava il centenario del Negroni, e sfortunatamente o per mia colpa, sono arrivato vicinissimo alla finale. Mi sono fermato alla semifinale in casa, proprio a Firenze al Locale. Ma quest’anno siamo di nuovo in gara e ci riproviamo con più decisione che mai, sempre con umiltà. 

È vero che dietro al bancone si rimorchia?

Posso rispondere con un “No comment”? Ahaha! Sicuramente abbiamo la possibilità di chiacchierare con molte persone. Siamo sempre al centro dell’attenzione. Diciamo che le nostre possibilità aumentano parecchio. 

Le tue ambizioni lavorative e il tuo sogno nel cassetto?

Vorrei far parte dello staff di uno dei migliori cocktail bar del mondo, nei 50 World Best. Nel 2018 il Locale Firenze è stato proclamato il miglior Cocktail Bar d’Italia dalla rivista BarGiornale e far parte di questa squadra è un onore e onere pazzesco. Chissà dove arriveremo. Il mio sogno nel cassetto coincide con la mia ambizione professionale: portare un bar, o magari il mio, all’eccellenza.

Sognare non costa niente, faticare e impegnarsi perché qualcosa diventi reale, invece, è un’impresa enorme. Tuttavia, grazie alla passione e allo studio, non ne sento assolutamente il peso. 

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