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Cinema

SeriaLmente – quando la serietv diventa dipendenza

I Serial, o telefilm, esistono dagli anni ‘60 e sono divenuti argomenti culturalmente noti a tutti da Torna a casa Lassie a X-Files, da Twin Peaks a Lost, da HIMYM a GoT.

Ma cosa porta le persone ad appassionarsi alle serie tv? Sicuramente la qualità esecutiva della sceneggiatura, l’alto livello recitativo del cast e l’originalità della storia, creano una fidelizzazione dello spettatore, il quale attende con ansia di sapere il continuo delle vicende dei personaggi. Dietro ad una serie di successo troviamo un’evoluzione narrativa estremamente attenta alla costruzione della suspense. Ruolo centrale è la creazione dei personaggi, dei quali scopriamo, man mano che passano le puntate, sempre più dettagli di vita che ci spingono a comprenderne il carattere, le scelte e i loro atteggiamenti. Iniziamo a sentirli vicini, ad immedesimarci, a scegliere chi potrebbe rappresentarci maggiormente. In tutto questo non si deve paragonare la costruzione narrativa di una serie tv a quella di un film, bensì all’evoluzione narrativa di un romanzo: gli autori hanno modo di curare nel dettaglio le loro creature, permettendo agli spettatori di scoprire nuovi mondi di fantasia. Più si curano i dettagli delle storie, più ci si avvicina all’emotività di chi osserva, il quale non potrà fare a meno di bramare un altro episodio, scoprendo se il personaggio si comporterà come vorrebbe lui, o se tradirà le sue aspettative. Una serie ben costruita vale l’attesa, vale la commozione, vale la pena di essere vista fino all’ultimo minuto.

Se nel corso degli anni ‘90 e nella prima decade del ventunesimo secolo siamo stati abituati all’attesa per poter scoprire le trame narrative dei nostri telefilm preferiti, con l’avvento della connessione e pc accessibili a tutti, la visione a puntate è stata rivoluzionata. Cofanetti, visioni in streaming e piattaforme dedicate, permettono di poter guardare stagioni intere no stop: il desiderio di scoperta insaziabile non conosce freno, a scapito di ore di riposo e vita sociale. 

È iniziata l’era del BingeWatching – abbuffate di serieTv – identificate da psicologi e analisti come vere e proprie dipendenze che scatenano la perdita del controllo. 
L’appagamento iniziale è tanto; ogni episodio porta al doverne vedere ancora uno, e un altro ancora. Cosa succede quando finisce una stagione, o peggio quando termina una serie? Gli addicted dalla serialità sperimentano sentimenti contrastanti, oscillando tra la felicità per la lieta conclusione delle storie, lo sciogliersi dei misteri di intere stagioni, e la sensazione di vuoto e malinconia per la perdita definitiva di personaggi, che non potrai mai più veder crescere davanti agli occhi. Si deve tornare alla vita reale, fatta dalle persone che ci circondano, dagli impegni, dal lavoro. Probabilmente gli universi fantastici delle serie tv erano più semplici da affrontare.

Su internet ci sono intere pagine dedicate al post Binge Watching blues, dove fioccano consigli su come superare la separazione dai propri personaggi preferiti e per riuscire ad avere un nuovo scopo di vita. Principalmente consigliano l’immersione in una nuova serie. In questo modo, sembra quasi che si sottovaluti l’influenza negativa che l’abuso di strumenti streaming online ha sul comportamento e le abitudini delle persone: per alcuni infatti guardare una serie tv non è più semplicemente un hobby o un piacevole passatempo, bensì porta gli addicted a guardarle anche nel tempo produttivo, di lavoro, studio, riposo e sonno. Questo porta inesorabilmente ad alienarsi dalla realtà preferendo l’immedesimazione totalizzante nel telefilm, oltre al fatto che per qualcuno potrebbe veramente diventare una dipendenza, con tutto quello che ne consegue.

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