Connect with us

Cultura

Il Kum! Festival in versione inedita per riflettere sulla pandemia con filosofi e scienziati

Filosofi e scienziati, dal 16 al 18 ottobre 2020, racconteranno la loro visione della pandemia al Kum! Festival, in una edizione speciale, dedicata interamente al tema della cura.

La sede che ospiterà l’evento è la Mole Vanvitelliana di Ancona: eretta su un’isola artificiale pentagonale, progetto messo in atto da Luigi Vanvitelli, che fu un antico lazzaretto e quindi predisposto per ospitare merci e persone in quarantena, allo scopo di tutelare la salute dei cittadini, ancora oggi con il Kum (termine aramaico che significa “Svegliati”, pronunciato da Cristo quando resuscitò la figlia di Giairo),  rimane zona franca, in cui partecipare alla riflessione sulla “cura”, tema dominante di questa manifestazione. 

Organizzato dal Comune di Ancona, dal Fondo Mole Vanvitelliana, con il sostegno della Regione Marche,della Fondazione Cariverona e con la cura di Jonas Ancona per le attività sul Territorio, attraverso la direzione scientifica del noto psicoanalista, Massimo Recalcati e con il coordinamento scientifico di Federico Leoni, l’evento si focalizzerà sui disagi di una società traumatizzata dalle catastrofiche derivazioni della pandemia. Come affrontare la ripresa della vita? Come modulare invece il periodo in cui è stata interrotta dal lockdown? In che modo affrontare le incertezze sul nostro futuro? Queste sono alcune domande da cui far partire le riflessioni che si diramano negli interventi di vari pensatori e personaggi dallo smisurato spessore culturale, ovvero psicoanalisti, psichiatri, medici, filosofi, scrittori, architetti e virologi: Daniel Lumera, scrittore esperto di scienze del benessere, con la scienziata epidemiologa di Harvard Immaculata De Vivo; il medico dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo Luigi Frigerio; i filosofi Riccardo Panattoni, Daniele Poccia e Rocco Ronchi oltre al già citato Federico Leoni; l’epistemologia Luigina Mortari; l’architetto Ingrid Paoletti; la monaca buddhista Elena Seishin Viviani.

Tra gli appuntamenti del Festival

 «Ripensare il trauma non è la premessa alla ripartenza, è la ripartenza stessa –dichiarano Massimo Recalcati e Federico Leoni – il tempo del pensiero è quel tempo fuori dal tempo grazie al quale ci si scopre, infine, in un tempo nuovo». Partendo da questo incipit, venerdì 16 ottobre alle ore 11.30 il Kum, dopo l’inaugurazione, si aprirà con l’intervento di Rocco Ronchi che analizzerà proprio il trauma post Covid, in quel repentino passaggio dell’umanità avvenuto all’inizio del 2020. 

Molto interessante anche l’incontro fissato per il medesimo giorno alle 15.30 con la monaca buddhista Elena Seishin Viviani, dal titolo “Nell’assenza ritroveremo l’essenziale” nel quale si dà adito al fatto che, attraverso la pandemia, sia emerso come la natura del nostro vivere non si possa scindere dalla connivenza, ovvero, etimologicamente parlando, da quell’intendersi con un cenno degli occhi: con l’intesa e non con il dominio ci è dato di relazionarci al mondo, una conseguenza dinanzi alla consapevolezza delle nostre fragilità.

Sabato 17 ottobre alle 9.30 Ingrid Paoletti sarà dispensatrice di riflessioni su “L’habitat: ovvero della cura”, in cui darà una visione attiva degli spazi in cui operiamo e viviamo.

L’intervento di Federico Leoni fissato per sabato 17 alle 11.30 si concentrerà sul ruolo della pandemia nella nostra quotidianità, nelle tappe di un presente che pone le basi per le costruzioni del nostro futuro: come se quest’ultimo fosse già segnato dalle sue premesse, l’impersonalità dell’individuo rimarca la sua ascesa in un mondo dove la tecnologia è dimora di un destino globalizzato. 

Con l’appuntamento, intitolato “Superfici” di sabato alle 15.30 che vede protagonista Riccardo Panattoni si disquisirà sulla concezione dello spazio-tempo rinnovata dall’esperienza del lockdown: “Il virtuale tra schermi e immaginazione” mette in luce come questa esperienza di questa emergenza sanitaria sia riuscita a dilatare il senso del tempo presente che ci appartiene, oltre a sottolineare la caduta delle nostre sicurezze dinanzi a un mondo che danza tra l’irrealtà e l’immaginazione, il ricordo e il suo opposto.  

“La primarietà della cura” è il tema che sviscererà l’epistemologa Luigina Mortari alle 21.30 sempre di sabato.

Non mancheranno altri interventi che chiariranno l’epoca che sta cambiando il mondo.   

ISCRIVITI
ALLA NOSTRA NEWSLETTER

Post di tendenza

Articoli recenti

Facebook

Connect
Newsletter