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Cultura

Lutto nel mondo della cultura italiana: Andrea Camilleri ci lascia a 93 anni

Scrittore, regista teatrale, maestro di vita. L’Italia perde uno dei suoi più grandi autori contemporanei.

Purtroppo non ce l’ha fatta il papà di Montalbano, ricoverato dal 17 di giugno all’Ospedale Santo Spirito di Roma in seguito a un arresto cardiaco. Secondo le ultime volontà dello scrittore, non ci sarà una camera ardente né un funerale pubblico, solo una piccola cerimonia privata con i parenti più cari, ma dal 18 luglio sarà possibile andare a porgergli l’ultimo saluto al cimitero Acattolico di Roma.

Famoso soprattutto per le avventure del Commissario Montalbano, Andrea Camilleri è riuscito a farsi conoscere e amare dal suo pubblico anche grazie alla schiettezza e alla semplicità con cui trattava i temi sociali contemporanei, sia all’interno delle sue opere, sia commentando in prima persona gli avvenimenti politico-culturali del nostro Paese. Non solo un artista, dunque, ma anche un intellettuale dalla mente acuta e dai modi sinceri, in grado di trasmettere attraverso le parole i molti drammi del nostro tempo e i suoi profondi ideali di democrazia e uguaglianza.  Le sue prese di posizione contro il governo Berlusconi e, più di recente, contro alcuni atteggiamenti del Ministro Salvini gli sono valse molte critiche da parte di chi ritiene che uno scrittore debba limitarsi alla sua arte, ma questo non è mai bastato a fermalo. Perché oltre a raccontare storie, Camilleri voleva trasmettere ideali troppo spesso dimenticati o dati per scontati.

Il primo libro della serie che racconta le avventure del Commissario Montalbano, La forma dell’acqua, fu pubblicato nel 1994 ed ebbe un successo immediato anche tra i non appassionati di romanzi gialli. Da allora Montalbano è diventato un personaggio iconico e amatissimo dal pubblico, con il suo modo di fare acuto e ironico, simile a quello dell’autore, e il suo modo particolare di affrontare le indagini e i misteri che svolgono nella città immaginaria di Vigata, in Sicilia.  I romanzi hanno venduto nel tempo più di 30 milioni di copie e sono stati tradotti in 120 lingue, appassionando persone di tutto il mondo. Ma è nella loro particolarissima lingua, il vigatese, che i romanzi di Montalbano sanno dare il meglio. A metà tra l’italiano e vari dialetti siciliani, il vigatese è stato creato da Camilleri proprio per raccontare le avventure del commissario in una lingua che fosse comprensibile al grande pubblico ma anche molto evocativa. Leggendo i romanzi si ha l’impressione di trovarsi davvero nei luoghi descritti, di sentire odori e sapori della Sicilia e di vedere i paesaggi raccontati dall’autore. La magia di Camilleri è stata quella di riuscire a portare il suo pubblico a Vigata, a vivere avventure insieme al commissario Montalbano.

(da: pixabay.com)

Ma quello che rende davvero speciali i romanzi di Montalbano è il legame che l’autore aveva con il suo personaggio, quasi un alter ego in grado di esprimere emozioni, pensieri e dubbi esistenziali di Camilleri stesso. Sempre vicino all’attualità, con vari rimandi ai fatti di cronaca e ai drammi contemporanei e allo stesso tempo profondamente introspettivo, un romanzo di Montalbano non è solo un giallo, ma uno spiraglio aperto sulle idee e sui dubbi del suo autore, in grado di far riflettere e immedesimare il suo pubblico.

Sebbene fosse cieco da alcuni anni, Camilleri non ha mai smesso di scrivere e di partecipare alla vita culturale del nostro Paese, incapace di andare in pensione e lasciare indietro la sua passione e le storie che ancora aveva da raccontare. La perdita di autore e di un uomo di tanto spessore è di certo un momento triste per la cultura italiana. Dopo la sua morte sono stati in molti ad avergli dedicato un pensiero ed è certo che sue opere continueranno a vivere nel tempo e a raccontare al mondo ideali e pensieri di uno dei più grandi autori della letteratura contemporanea.

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