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Terzo settore

TERZO SETTORE: LA FONDAZIONE NALA

Nata dalla collaborazione tra professionisti sanitari, con l’obiettivo comune di fornire sostegno e aiuto alle persone in situazioni di fragilità ed in particolare ai bambini e alle loro famiglie.
di Daniela Capone

Ne parliamo con il Consigliere del consiglio direttivo, il Dott. Luca Capone, psicologo, psicoterapeuta e responsabile del servizio di psicologia dell’età evolutiva della Fondazione Mondino di Pavia.

Dott. Capone, qual è la missione principale che la Fondazione Nala si prefigge?

La missione prioritaria è quella di promuovere la salute materno–infantile, il benessere dei bambini, adolescenti e delle loro famiglie, nonché assistere le fasce più deboli della popolazione, in un panorama di Cooperazione Internazionale. Molti di noi hanno già alle spalle esperienze di cooperazione internazionale, per cui ci impegniamo per portare avanti i progetti umanitari già avviati in Africa e in altri Paesi del mondo, offrendo aiuto dove è più necessario, anche sul territorio italiano.

Infatti, allo stesso tempo, ci dedicheremo con attenzione ai bisogni della nostra comunità, lavorando in sinergia con le autorità locali e altre organizzazioni per rispondere alle necessità presenti sul territorio italiano.

Inoltre, esprimiamo la volontà di prendere in carico progetti ritenuti conformi allo spirito della Fondazione, quali promozione e coordinamento di “adozioni a distanza” di bambini residenti in Paesi e zone di svantaggio sociale ed economico con adeguato monitoraggio e verifica, per mezzo dei rappresentanti o volontari.

Parlando di Africa, lei ed un team di professionisti, siete da poco tornati da una missione. Ci può raccontare cosa avete vissuto e in che modo avete operato per aiutare le popolazioni che avete visitato?

L’esperienza di cooperazione è a tratti indescrivibile a livello emotivo, ma quello che ti lascia ogni volta, è legato ad un senso di profondo appagamento di rispetto per la vita e per le persone. Siamo partiti il giorno 3 settembre scorso con 16 valigie contenenti materiale medico. Oltre a me c’erano grandi amici e grandissimi professionisti: Valeria Vacchini terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, Irene Ferrari farmacista, Giovanni Saccá, tecnico ortopedico dell’Ortopedia Passoni, Stefano Scaglia, infermiere e Luisella Pedrotti medico ortopedico.

Abbiamo effettuato un’esperienza in tre centri di cui il primo a stampo riabilitativo, il secondo organizzato come un ospedale missione, il terzo a Nairobi che accoglie bambini e ragazzi sieropositivi. Quindi dal nord delle montagne siamo rientrati verso Nairobi visitando questi centri che afferiscono al Cottolengo di Torino.

Nel primo centro a Tuuru, nel distretto di Meru, abbiamo visitato circa 70 bambini con varie problematiche di carattere neuropsichiatrico e provveduto a impostare i primi interventi di tipo ortopedico e riabilitativo insieme al personale locale ed in particolare all’instancabile Suor Adriana, fisioterapista italiana da moltissimi anni in Kenya. Nel secondo Centro (Chaaria Mission Hospital) alcuni bambini sono stati operati per problematiche ortopediche e abbiamo iniziato a raccogliere informazioni per nuovi progetti da avviare. A Nairobi, infine, abbiamo iniziato a pensare a nuovi progetti e nuove collaborazioni, incontrando anche operatori di altre realtà di cooperazioni internazionali sempre in ambito sanitario. È nostro scopo quello, nel prossimo futuro, di riuscire a proseguire il lavoro che già da anni ormai stiamo portando avanti nell’ambito materno infantile e potenziarlo con nuovi progetti sempre nell’ambito dell’età evolutiva (fragilità in adolescenza, inserimenti lavorativi finalizzati a un’autonomia economica…). Siamo rientrati in Italia dopo 10 giorni.

In quale modo si potrebbe collaborare con la vostra Fondazione?

Il nostro obiettivo finale è la beneficenza, vissuta sia come sostegno e cessione di prodotti alimentari, sanitari e farmaceutici, anche in situazioni di emergenza, sia come erogazioni di denaro a sostegno di persone svantaggiate o attività di interesse generale. Stiamo già organizzando del materiale da acquistare o portare in Kenya nel 2024.

A breve sarà pronto un sito internet di Fondazione Nala, ricco di aggiornamenti e riferimenti per collaborare con noi o sostenerci. Grande successo, soprattutto durante la nostra missione, ha avuto invece già la pagina Instagram (@fondazione_nala) che ci ha permesso di sentire vicini tanti vecchi e nuovi amici.

Ci proponiamo l’intento di selezionare e formare collaboratori e volontari perché possano diventare punti di forza della Fondazione in quanto risorsa umana e strategica in termini di motivazione, conoscenze, competenze e comportamenti, in una prospettiva di sviluppo organizzativo e di crescita individuale e collettiva, sempre a favore della popolazione target.

Per fare ciò crediamo che vadano in particolar modo curati i rapporti con le istituzioni e autorità nazionali ed internazionali, con Enti locali, gruppi, comunità e organizzazioni che perseguono finalità analoghe alle nostre.

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