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Musica

NASCE IL MANIFESTO DELLA MUSICA SOSTENIBILE

In arrivo un vero e proprio decalogo sull’educazione ambientale per i lavoratori e i fruitori di musica.

Dieci obiettivi, dieci proposte d’intervento, mirati a sviluppare la consapevolezza e l’educazione ambientale nel mondo della musica. Nonostante il concetto di paesaggio sonoro Pierre Schaeffer e la successiva evoluzione di Ambient music messa in atto da Brian Eno abbiano dato un enorme contributo al concetto di ambientazione musicale, in questo caso il principio ha una finalità più eco-sostenibile, perché si concentra sulla consapevolezza degli stessi luoghi nei quali l’ascolto musicale viene consumato.

Ci sono i prati, i parchi, gli anfiteatri e tutti quei luoghi, dove nascono i grandi festival, ma anche il consumo di elettricità necessaria per ascoltare la musica in casa.

Da un grande palco o sul proprio PC è necessario soffermarsi sull’impatto che tutto questo ha sull’ambiente ed è ciò che il PMI, l’associazione dei Produttori musicali indipendenti, con la collaborazione dei siti Impala e Rockol, ha realizzato il Manifesto della Musica Sostenibile. Si tratta di un vero e proprio decalogo il cui obiettivo, anzi obiettivi, puntano ad affrontare la trasformazione del settore musicale, nel quale ancora permangono forti segni di criticità: dalla produzione e dal trasporto del prodotto fisico della plastica, alla distribuzione digitale del prodotto musicale il cui costo è ancora molto alto ma non viene percepito dagli imprenditori e dal pubblico per la sua rilevanza, specie dal punto di vista energetico.

Il primo obiettivo è favorire una corretta «educazione ambientale» che parta dai lavoratori dello spettacolo, ma coinvolga tutti gli ascoltatori e gli appassionati che seguono una manifestazione artistica.

Il secondo obiettivo è naturalmente quello di realizzare e promuovere delle iniziative in grado di ridurre l’impatto ambientale dell’intera filiera produttiva. Attraverso questi progetti sarà la musica stessa a porsi come motore mobile per sostenere nuove politiche ambientali e promuover comportamenti più corretti.

Terzo e non ultimo obiettivo è di mantenere un costante dialogo con le Istituzioni, al fine di stimolare l’avvio d’iniziative concrete verso la sostenibilità ambientale anche nel settore musica, favorendo il sostegno economico delle imprese con una serie d’investimenti per l’adeguamento delle strutture ai nuovi criteri di sostenibilità.

Sono stati fatti ulteriori passi avanti  dal punto di vista strutturale e logistico per ridurre l’impatto dei concerti dal vivo, ma è il settore merchandising e della grande distribuzione a non aver ancora affrontato realmente il problema che lo stesso consumo di musica registrata è in grado di creare.

Proprio a questo scopo è nato il concetto di «sustainability manager» messo in atto da molte aziende all’estero e che riescono a supportare le decisioni strategiche più complesse nel campo del marketing, ma anche a incoraggiare l’intera filiera ad adottare pratiche meno invasive per l’ambiente con l’utilizzo di modelli di comportamento virtuosi che abbiamo ricadute positive anche sul comportamento di consumo di tutti i fruitori di musica, dal vivo e a casa.

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