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Cultura

Reimagining Education, ripensare il settore scolastico – accademico

La rivoluzione digitale e la tecnologia influenzano il settore educativo, cambia l’approccio dei giovani mediante nuovi percorsi culturali, diventa necessario rinnovare il sistema educativo per renderlo più competitivo.

È un nuovo metodo quello proposto durante la prima edizione di “Reimagining Education”, la fiera dove il settore scolastico-accademico vuole essere ripensato sia in ambito di insegnamento di competenze sia in termini di strutture didattiche e di novità tecnologiche. L’evento, realizzato alla John Cabot University il 14 giugno 2019, valorizza le iniziative degli innovatori creativi e tecnologici nel campo dell’educazione con l’obiettivo di favorirne le condizioni e ampliarne gli orizzonti. «È necessario ripensare il sistema dell’istruzione in termini moderni – commenta Antonella Salvatore, fondatrice di Osservatorio Cultura Lavoro, docente e direttore del Centro di alta formazione e avviamento alla carriera della JCU – tenendo presente che i giovani devono prepararsi a trovare lavoro in un mondo che cambia velocemente. Per questo motivo sono fondamentali le soft skills che vanno acquisite durante gli studi insieme all’orientamento, il quale andrebbe svolto durante le scuole medie». Il nuovo metodo dell’educazione scolastica esamina il cambiamento della società, promuove innovativi metodi di insegnamento, condivide le esperienze sociali per favorire una coscienza critica. Economia e finanza diventano fondamentali materie di studio per i ragazzi. «I giovani devono prendere confidenza con l’economia e la finanza perché sono argomenti che riguardano la vita quotidiana. Dobbiamo essere in grado di saper gestire – commenta Silvia Pulino, docente e direttrice dell’Institute for Entrepreneurship – le nostre risorse economiche e monetarie, pertanto è fondamentale comprendere quali scelte adottare in maniera matura e consapevole.

L’altra attività da insegnare è la famosa imprenditorialità la quale permette di conoscere in maniera più approfondita l’economia quale filosofia di pensiero da adottare nelle scelte sociali». Alla tavola rotonda sono intervenuti Marta Bertolai di Enactus Italy; Enrica Cornaglia di Ashoka Italia; Maria Di Saverio di INAPP Public Policy Innovation; Mirta Michilli della Fondazione Mondo Digitale; Andrea Pastorelli di Teach for Italy. Non poteva mancare una community di persone, organizzazioni e aziende, un giornale online, con la mission di contribuire a ridurre la povertà educativa in Italia. L’Osservatorio Cultura Lavoro (http://www.osservatorioculturalavoro.com/) analizza il mercato occupazionale da un’angolazione nuova, con gli occhi aperti sulle buone notizie dall’estero. Promuove l’orientamento fra studenti e neolaureati mediante un libero dibattito culturale attraverso eventi, organizzati in tutto il Paese; sono coinvolti anche i meno giovani che devono reinserirsi (e reinventarsi) in un mondo lavorativo che accelera sempre di più. «Gli indicatori nazionali e internazionali – vuole precisare Antonella Salvatore – registrano nel nostro Paese grosse problematiche, come l’alto livello di disoccupazione giovanile, il basso tasso di laureati e il numero elevato di Neet, ossia di persone che non studiano, non lavorano e non si specializzano. La connessione fra università e impiego è a dir poco scarsa. Con l’Osservatorio Cultura Lavoro vogliamo diffondere una nuova cultura del lavoro, basata su responsabilità, concretezza, spirito d’iniziativa e aggiornamento costante. È nostra intenzione aiutare a costruire un ponte per superare il gap fra il mondo scolastico-accademico e quello occupazionale».

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