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Cultura

Vincenzo Vita: il digitale è una nuova modalità diffusiva

Un’analisi approfondita è contenuta nel libro di Vincenzo Vita Rosso digitale, Editore Manifesto libri 2019, nel quale delinea i nuovi scenari sociali della comunicazione nel XXI secolo

La comunicazione politica adegua il linguaggio a seguito del nuovo paradigma sociale del XXI secolo. Le modalità adottate nel XX secolo subiscono rivoluzionarie trasformazioni; i social network diventano gli indiscussi protagonisti. Passiamo dall’invasione degli spot alla dittatura degli algoritmi, dalla televisione commerciale alle campagne politiche, senza escludere le fake news. La politica registra una forte crisi identitaria e accelera il processo di rinnovamento delle ideologie, favorendo la nascita di una nuova filosofia della politica. Assume un altro significato istituzionale il rapporto tra rappresentanza e rappresentazione, passando per il processo di globalizzazione mediatica come uno strumento non risolutivo nello sviluppo dei media. Cade il monopolio dell’informazione mentre i new media, figli dell’informatica, sono inseriti nel mondo dell’informazione e rappresentano quei mezzi di comunicazione di massa, i quali trovano ampio consenso (stampa, televisione, radio) solo nella fase posteriore alla nascita dell’informatica. Nella società mediatica l’opinione pubblica svolge un ruolo fondamentale, plasmando la sua coscienza e la sua cultura quotidianamente, mediante il continuo flusso di comunicazioni giunte dai diversi canali proposti dai new media. «Il cuore del sistema sociale subisce una drastica rivoluzione nell’era digitale – commenta Vincenzo Vita, Presidente dell’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico – perché viene abbandonata la vecchia televisione generalista mentre il web assume una significativa rilevanza sociale.

Questo cambiamento non è dovuto esclusivamente alla rete Internet ma rappresenta un’altra modalità diffusiva dove troviamo diverse piattaforme digitali, le quali coinvolgono anche la vecchia offerta della televisione, offrendo prodotti diversificati e decisamente più personalizzati alle esigenze delle persone. È del tutto evidente che l’era digitale non può essere definita come se fosse l’Eldorado in cui tutto funziona alla perfezione. Il digitale è un territorio di contraddizioni ma può essere anche governato in maniera democratica. È impensabile immaginare che il futuro debba essere funestato dalle fake news, quindi è necessario conoscere la realtà per arginare questo fenomeno sociale. Quello che dobbiamo evitare è considerare il digitale come sinonimo di televisione o addirittura come algoritmo dittatoriale, in grado di decidere sulla nostra vita: sarebbe veramente pericoloso. Pensiamo alle nuove modalità dell’ecommerce dove i lavoratori non hanno sufficiente tempo per riposare e la giornata lavorativa si svolge in maniera esageratamente frenetica. Ricordo che nel passato secolo abbiamo sovente criticato la catena di montaggio presente nelle aziende che, rispetto alla velocità delle realtà imprenditoriali del XXI secolo, è davvero irrilevante. I giovani devono essere preparati per gestire i social, quindi servono cultura, impegno, studio». 

C’è un argomento molto delicato da affrontare proprio relativo alla preparazione culturale dei giovani: le nuove frontiere del digitale. È importante sottolineare che la maturità e la consapevolezza non devono subire conseguenze negative a causa dei diversi device in commercio, perché la cultura si acquisisce con lo studio, la lettura, il teatro, il cinema. 

«È fondamentale insegnare ai ragazzi – conclude Vincenzo Vita – il modo adeguato di utilizzare lo smartphone: riposare la mente e gli occhi dall’uso del device una volta alla settimana per dedicarsi alla lettura di un libro, alla visione di un film al cinema, ad assistere uno spettacolo teatrale. Può accadere in questo momento storico di vedere, da parte nostra, un futuro decisamente negativo, senza speranza; al contrario, credo che lentamente il digitale possa diventare uno strumento da usare con intelligenza, entrando nelle abitudini sociali delle persone. Quella che possiamo definire come la globalizzazione della comunicazione diventerà uno splendido mosaico composto da molteplici colori che rappresentano le diverse realtà della società dell’era digitale».

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