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Musica

Più lento possibile John Cage! Il valore di un brano eterno

Dopo aver rivoluzionato il linguaggio musicale del 900, passando dalla casualità tonale al pianoforte preparato, arrivando addirittura a interpretare “il silenzio” John Cage, a più di trent’anni dalla sua scomparsa, torna a far parlare di sé.

Un percorso sensoriale a metà strada tra Zen e fisica acustica, come solo il compositore aleatorio avrebbe potuto immaginare: un concerto lungo 639 anni.

Organ 2/ASLSP (As SLow aS Possible); questo è il nome dato al brano più lungo della storia, basato sull’aspettativa di vita di un organo a canne. In realtà il lungo concerto che dovrebbe terminare nel 2640 e nonostante i grandi eventi mondiali, sta proseguendo per la sua strada, aggiungendo gradualmente a ogni nota un tocco di frequenza in più per rendere il suono sempre più lungo e profondo.

C’è uno schema ricorrente nella composizione delle parti e la disposizione degli accordi secondo una scadenza temporale. 

Il luogo è una chiesa, situata nel piccolo paese di Halberstadt, in Germania. Correva l’anno 1985, quando John Cage scrisse per la prima volta il pezzo per pianoforte, rielaborandolo per organo nel 1987.  

L’unica precisazione del maestro fu di suonarlo “il più lentamente possibile“. 

Da qui, nel 1998 un gruppo di compositori, organisti, musicologi e filosofi si sono ritrovati a Trossingen, nel sud della Germania con l’idea di una performance molto particolare. Il progetto era di calibrare il brano secondo l’aspettativa di vita di un organo a canne. 

Ecco che entra in scena quello che si pensa sia il primo organo moderno a tastiera, realizzato a Halberstadt nel 1361, 639 anni prima della fine del 21 ° secolo; dunque il gruppo decise che la performance avrebbe avuto una durata di 639 anni.

Successivamente il gruppo pianificò l’inizio del concerto, il 5 settembre 2001, il giorno dell’89° compleanno di John Cage con una lunga linea melodica e minimale basata dalla successione di sette note intrecciate in una sinfonia unitaria.

Dal 5 ottobre 2013 hanno risuonato sole cinque note: Do, Re bemolle, Re diesis, La diesis e Mi. Alle ore 15 di sabato 5 settembre 2020 il compositore Julian Lembke e il soprano Johanna Vargas, hanno abbassato nuovamente le canne sul corpo dell’organo, passando da un Sol diesis e un MI. 

In attesa di sapere quando e come proseguirà la partitura, sono dunque sette le note che ora si intrecciano in questa composizione unica.

Probabilmente uno dei pochi eventi che il Covid-19 non è riuscito a fermare, ASLSP in questi anni ha cambiato accordo soltanto14 volte perché ogni minima variazione acquisisce un notevole peso, come il senso di compiutezza, lenta e costante che è la linfa vitale del senso della musica nel mondo che ci circonda.

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