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Cultura

Un negozio di arte che è anche un’opera d’arte. Banksy colpisce ancora

Aperta a Londra “Gross Domestic Product, l’ultima installazione del misterioso artista.

“Gross Domestic Product”, in italiano “prodotto interno lordo, è questo il nome dell’ultima opera con cui Banksy ha sorpreso il mondo; un negozio di tappeti nel quartiere di Croydon, a Londra, è stato infatti trasformato dall’artista in uno show-room dove si possono trovare in vendita alcune sue opere e oggetti di uso quotidiano, come tazze e magliette, che ne riproducono altre. Ovviamente non si tratta di un negozio come tutti gli altri, infatti l’accesso all’interno è assolutamente vietato e chi desiderasse acquistare qualcosa dovrà farlo tramite un sito di vendita online che verrà reso noto nei prossimi giorni. Lo show-room rimarrà aperto per due settimane e sarà visibile solo dall’esterno.

Nonostante si tratti di un negozio molto fuori dalle righe, l’apertura di questo show-room potrebbe comunque sembrare strana per un artista come Banksy, ma a rispondere alle eventuali domande sul perché di questo gesto ha risposto lo stesso artista con una nota appesa sulla porta d’ingresso. Le ragioni dietro l’apertura di questo show-room sono, come dichiarato dallo stesso artista, piuttosto prosaiche: una casa di produzione di gadget sta infatti tentando di impugnare i diritti d’autore detenuti da Banksy per le sue opere così da poterle usare per produrre gadget e biglietti da vendere al pubblico: infatti, se un brand non viene usato per scopi commerciali per un certo lasso di tempo la legge consente ad altre società di rilevarlo e sfruttarlo e questo è il caso delle opere dell’artista. Per questo motivo i legali di Banksy gli hanno suggerito di correre ai ripari e lui ha deciso di farlo a modo suo, senza lasciarsi sfuggire l’occasione di riproporre ancora una volta le tematiche di denuncia tipiche della sua arte.

(da: pixabay.com)

Il negozio stesso e le modalità con cui è stato aperto sembrano voler denunciare l’aspetto più commerciale dell’arte, già criticato dall’artista con la beffa del quadro venduto all’asta per 860.000 sterline lo scorso anno, che si è autodistrutto sotto gli occhi attoniti del suo acquirente e di tutti i partecipanti. Lo stesso nome del negozio può essere facilmente visto come una critica all’eccessiva attenzione che viene posta sull’aspetto meno nobile dell’arte, cioè quello della sua commercializzazione. Infondo Banksy non è di certo nuovo ai giudizi di biasimo nei confronti della società consumistica in cui il denaro sembra essere diventato l’unico vero valore.

Tra le opere esposte nello show-room si può trovare anche il giubbotto anti-pugnale con la bandiera britannica, che ha fatto molto scalpore al Glastonbury Festival dove è stato usato per il set del concerto del rapper Stormzy; l’intento dell’opera è quello di denunciare il crescente numero di casi di accoltellamento che affliggono il Regno Unito. Oltre al giubbotto è possibile trovare una culla circondata da telecamere di sorveglianza, una palla da discoteca realizzata con un elmetto della polizia, una lapide recante la scritta“ora hai raggiunto la tua destinazione , un giocattolo per bambini in legno che raffigura famiglie di migranti da caricare su un camion e un tappetto che raffigura la mascotte Tony the Tiger“imbalsamata. Il ricavato della vendita delle opere sarà utilizzato dall’artista per comprare una nuova nave per le Ong che si occupano di portare in salvo i migranti nel Mediterraneo, un problema sociale drammatico ed estremamente attuale.

L’identità dell’artista resta ancora oggi sconosciuta, ma le sue opere di denuncia sociale continuano a riscuotere un enorme successo in tutto il mondo, rendendolo di fatto uno degli artisti contemporanei più importanti e famosi. 

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