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Musica

Alice Motta; la musicoterapia e il potere sensoriale del suono

La storia di Alice Motta che scende dal palcoscenico, per imbarcarsi su una nave chiamata “musicoterapia”

C’è una giovane musicista, dotata di grande curiosità all’interno di un approccio classico che ben si adatta allo spirito populardella cultura resistente. Ha un linguaggio poliedrico e semplice, frutto di un’esperienza sociale arricchita dal confronto diretto con le più diverse tipologie umane; ciononostante il mainstreamdella Pop culturecontemporanea non si è largamente occupato di lei.

Il suo cognome è però indicativo per molti della generazioneMillenial, perché lei è AliceMotta ed è la sorella del cantautore Francesco, approdato all’ultima edizione del Festival di Sanremo e uno dei più importanti esponenti del cosiddetto It-pop.

Fratello sole e sorella luna sotto il segno della musica

Francesco e Alice Mottainiziano assieme, accomunati dalla medesima passione del palco; ed è per questo che i Criminal Jokers,la prima band da loro formata è considerata una delle incubatrici di alcuni fra i musicisti più apprezzati della nuova scena musicale: Francesco Pellegrini che sarebbe divenuto il chitarrista degli Zen Circuse Simone Bettin, attuale voce dei Campos.

La strada sembra segnata: un album di successo e una serie di concerti in tutta Italia; ma Alice è diversa e a un certo punto sente che la vita “on the road”non avrebbe potuto stimolare, in maniera completa, le emozioni che l’hanno fatta avvicinare alla musica. 

 Il grande potere dell’arte come mezzo di comunicazione non verbale diventa la missione di Alice, tale da stravolgere completamente il suo destino, per dedicarsi all’aspetto educativo e riabilitativo grazie al linguaggio musicale. 

Dalla musica alla musicoterapia; la nuova vita di Alice

Quando l’attrazione istintiva al linguaggio artistico comincia a protrarsi lungo le vene, è quasi impossibile non percepirne la forza sovrannaturale. La storia musicale moderna è ricchissima di riferimenti, anche simbolici, sul potere della stessa, anche quando il mondo sembra distratto su alcuni dei suoi aspetti più “razionali”. Ed è proprio in quel momento che, come avvenne per La forza del destinodi Giuseppe Verdi, risorta dall’aura di negatività sulla sua storia per entrare di diritto nel cosiddetto “repertorio” del compositore parmense, la musica si pone come scienza etica e razionale in grado di mostrare la poliedricità delle sue caratteristiche più profonde.

Anche Alice Motta comprende che uno dei più grandi poteri della musica sta nel migliorare il livello mnemonico dell’individuo e creare un’associazione tra i suoni e il proprio vissuto emotivo: tutto ciò sta alla base della musicoterapia.

Si tratta di una disciplina che sfrutta le caratteristiche fisiche e psichiche del suono per creare uno strumento di comunicazione non verbale tra l’essere umano e il suono stesso. Attraverso l’interconnessione tra un elemento fonetico e un recettore attivo è possibile stabilire una relazione con il paziente, per modificare e a volte migliorare la sua condizione esistenziale.

“Suonando in giro ho avuto modo di riflettere molto sulla differenza che c’è tra il fare musica da un palco e fare musicoterapia, sostiene Alice in un’intervista. Io mi sento a mio agio nel momento in cui entro in relazione attraverso il suono. Inoltre vedo la musica come un ponte, che può aprire nuovi canali comunicativi e sfruttare risorse trasformative”.

Dal 2006 Alice comincia a lavorare presso le scuole di musica di Livorno, realizzando un percorso di musicoterapia rivolto a bambini e ragazzi affetti da diverse patologie. Attraverso un percorso specifico, nasce una rete di progetti di gruppo che comprende un’equipe composto da logopedisti e terapisti della neuro-psicomotricità, grazie al quale è stato possibile attivare gli strumenti per trasformare il suono in un modello di comunicazione non verbale e relazionale.

Attraverso i percorsi multisensoriali guidati dall’analisi del suono, ogni personaggio di una storia viene associato ad uno strumento musicale, con lo scopo di incuriosire i ragazzi alla struttura fisica degli strumenti e alla natura acustica delle frequenze che determinano i suoni.

Gli obiettivi del progetto spaziano dalla regolazione alla sintonizzazione emotiva, con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita, tenendo conto delle peculiarità della persona che si ha davanti.

Accade così che una persona affetta da Alzheimer, che non ricorda i nomi dei suoi cari, riesca a ricordare distintamente una melodia, collegandola a una personale esperienza emotiva e modificando il percorso sensoriale del proprio cervello, secondo le dinamiche del linguaggio musicale sulla vita dell’essere umano.

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