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Cultura

IL 2021 È ‘DANTESCO’: SETTE SECOLI FA MORIVA IL SOMMO POETA RIMASTO IMMORTALE

Tormento degli studenti, simbolo dell’italianità, giudice della morale umana e autore di una delle opere più famose al mondo.

Nel 2021 ricorre il 700esimo anniversario della morte di Dante Alighieri, meglio conosciuto come il padre della lingua italiana. Ma il sommo poeta è tante altre cose e a ben sette secoli dalla scomparsa, stupiscono ancora le sue diverse sfaccettature.

Esploriamo le fasi di una vita diventata immortale e l’itinerario degli eventi delle città italiane che vogliono celebrarla ancora una volta.  

Poeta, ma anche politico e soldato: tutto inizia così…

Nel quartiere San Pier Maggiore di Firenze, casa Alighieri accoglie un nuovo arrivato; Dante. L’anno è il 1265 e il giorno, destinato a rimanere ignoto, è compreso tra il 21 maggio e il 21 giugno.

Cresciuto nell’agio (gli Alighieri si arricchiscono grazie ai prestiti) Dante si dedica allo studio di materie come grammatica, filosofia, astronomia e teologia.

Ma la teoria non è tutto, e a ventiquattro anni partecipa allo scontro tra guelfi e ghibellini per l’egemonia sui Comuni della Toscana nella famosa Battaglia di Campaldino del 1289.

Nel 1295 s’iscrive all’Arte dei medici e degli speziali, atto necessario per poter rivestire una carica pubblica. È solo l’anno seguente, a trentun anni, che si immerge nella vita politica, diventando funzionario e ambasciatore della sua città.

La crisi del Trecento e l’esilio: Dante diventa Dante

L’esilio sarà per Dante una macchia indelebile sulla sua anima. Eppure, l’espulsione ventennale è il periodo di maggiore produzione artistica che gli consente di firmare un numero considerevole di poemi e saggi, introducendolo alla notorietà.

Ma perché il poeta viene esiliato? Facciamo un piccolo passo indietro. L’Italia di Dante è in subbuglio; abitata da tumulti e guerriglie tra Comuni. Alighieri vede la sua ricca e popolosa Firenze votarsi alle violente dinamiche politiche che condannano le democrazie comunali a favore della Signoria.

Siamo nel pieno della nota crisi del Trecento, inasprita da carestie e malumori, e le lotte interne dei guelfi, tra Bianchi e Neri, non migliorano la situazione. Ad avere la meglio sono i Neri che conquistano la città e perseguitano i Bianchi considerati traditori; tra questi vi è Dante.

Quando nel 1302 Alighieri viene condannato a pagare una multa, diventata poi condanna al rogo,  per corruzione e arricchimenti illeciti, è già lontano da Firenze. Costretto al nomadismo, si stabilisce in diverse città come Verona e Ravenna. E proprio a Ravenna viene sepolto nel settembre del 1321 dopo aver contratto la malaria.

Ritratto di Dante – Sandro Botticelli

Dante e l’amore

Come tutti sanno, il grande amore di Dante risponde al nome di Beatrice. Figlia del ricco Folco Portinari, la donna ‘tanto gentile e tanto onesta’ abita nello stesso quartiere del poeta e diventa ben presto la musa che scuote i suoi sogni e solletica la sua immaginazione letteraria, tanto che molti studiosi la vogliono come il vero punto di partenza per l’opera delle opere: la Divina Commedia.

Ma come abbiamo appreso tra i banchi di scuola, quello con la bella Beatrice è soltanto un amore platonico. I due s’incontrano solo due volte senza mai scambiarsi la parola.

A sposare il poeta è, invece, Gemma; erede della ricca famiglia dei Donati e sua promessa sposa già da bambina. Dalla loro unione, avvenuta tra il 1283 e il 1285, nascono Jacopo, Pietro e Antonia.

La Commedia che creò l’italiano

Secondo altri studiosi, è l’esilio a ispirare le famose cantiche del poeta. E così, nel 1304, Dante inizia la prima stesura quando, nel mezzo del cammin di nostra vita ‘si ritrova’ per una selva oscura, ormai tanto lontano dalla sua Firenze. 

Alla Commedia, diventata Divina grazie a Boccaccio, grande studioso di Alighieri, va il merito di aver gettato le basi del nostro italiano e di aver raccontato un’Italia trecentesca fatta di violenze, corruzioni politiche e pontefici peccatori.

Il poeta illustra un immaginifico viaggio nei regni dell’aldilà a visita dell’Inferno, del Purgatorio e del Paradiso, dove vi s’inseriscono personaggi storici, ma anche personalità a lui contemporanee come Guido Guinizzelli (fondatore del dolce stil novo) ed Enrico VII di Lussemburgo. È lo stesso Dante a conferire loro le note ubicazioni; una sorta di critica in versi delle ingiustizie che si vivevano in quel periodo in Italia e che hanno colpito lo stesso autore.

Ma perché dalla Divina Commedia nasce l’Italiano?

Come è noto, tra il 1200 e il 1300, la lingua usata per scrivere era principalmente il latino. Tutto, però, cambia con la nascita (seconda metà del ‘200) dello Stilnovismo che produce e diffonde poesie tracciate in toscano.

Ma a determinare le sorti di una comune lingua parlata e scritta è Dante con la su Divina Commedia. Il poeta sceglie proprio il volgare fiorentino per raccontare il suo particolare viaggio e quando l’opera raggiunge la notorietà e, quindi, le case di tutti gli intellettuali, una nuova lingua (seppur continuamente affinata e rivoluzionata nel tempo) stava ormai per affermarsi.

Ritratto di  Dante Alighieri – Agnolo Bronzino
 

Immortalità da celebrare

Diversi sono gli eventi organizzati in varie città italiane per celebrare la memoria del poeta immortale che adesso deve affrontare anche la difficile prova del Covid. Restrizioni permettendo, questi gli appuntamenti principali:

Ravenna – mostra Dante. Gli occhi e la mente. Le arti al tempo dell’esilio – Chiesa di San Romualdo, dal 6 marzo al 4 luglio 2021.

Verona – mostra Dante a Verona – tra i luoghi della città visitati dallo stesso poeta, dal 6 marzo al 3 ottobre 2021. 

Firenze – mostra Dante. Il Poeta Eterno – opera di Santa Croce, dal 14 settembre 2021 al 10 gennaio 2022.

Firenze – visita al Museo Casa Dante, dal 24 giugno 2021.

Anche l’Accademia della Crusca celebra il poeta pubblicando sul sito ufficiale, per tutto il 2021, una #ParoladiDante al giorno.

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