Il contatto giusto da individuare, in questo caso, è quello dell’head hunter, ovvero del cacciatore di teste, colui che ricerca e seleziona i migliori talenti per le aziende in cerca di dipendenti da inserire nel proprio team.
Gli head hunter, secondo i più, non sono però facili da avvicinare o da contattare. Come mai? Lo abbiamo chiesto a Carola Adami, CEO della società di head hunting Adami & Associati.
«Certo, si dice molto spesso che riuscire ad attirare l’attenzione del cacciatore di teste sia difficile» ci risponde Adami «e questo dipende in buona parte dalla natura stessa del nostro mestiere.
L’head hunter non è un recruiter, non è professionista portato a partire dalle candidature spontanee delle persone. Il nostro metodo di lavoro e piuttosto quello della caccia dei talenti, per costruire una rete di talenti sempre più ampia e qualificata, così da riuscire a fornire in modo rapido alle nostre aziende clienti il profilo ricercato.
Questo non significa, però, che avvicinare un head hunter sia impossibile. Tutt’altro, chi ha esperienze, competenze e capacità può sicuramente attirare l’attenzione di un cacciatore di teste. Tutto sta nel riuscire a trovare un po’ di tempo nelle nostre agende: sapendo che l’intervento di un head hunter può cambiare un’intera carriera lavorativa, infatti, sono tanti i professionisti che vogliono entrare nel nostro network».
Entrare in contatto con un cacciatore di teste, quindi, non è affatto impossibile. Ma come trovare l’head hunter più adatto?
«Questa è una domanda che ci si dovrebbe porre sempre prima di individuare l’head hunter a cui rivolgersi» continua Carola Adami, poiché «non tutti i cacciatori di teste possono offrire il medesimo servizio.
Il miglior head hunter è infatti quello che ha scelto di specializzarsi in uno o più settori precisi: ci sarà dunque il cacciatore di teste che lavora soprattutto nel settore dell’automotive, quello che ha costruito un’ampia rete di contatti per il settore del fashion, e via dicendo. Per questo motivo la nostra società di head hunting può contare su diversi professionisti, in grado di fornire un supporto specialistico ad aziende di tante aree differenti».
E una volta individuato il cacciatore di teste giusto, come si può entrare in contatto?
«Indubbiamente l’invio di un curriculum vitae via email resta il canale più pratico» ammette l’head hunter «accompagnandolo con una lettera di presentazione che spieghi la propria situazione. Il curriculum vitae deve essere breve, ben strutturato, senza errori, con i punti forti del candidato messi in evidenza. Non ci si può aspettare una risposta immediata, ma un buon cacciatore di teste prenderà certamente in considerazione tutte queste proposte, nel tempo, andando eventualmente a inserire il nominativo di quello o di quell’altro professionista nel proprio network, per contattarlo al momento del bisogno. Il consiglio, nel momento in cui si viene contattati da un head hunter, è quello di mostrarsi disponibili e pronti a creare una relazione efficace, anche in caso di un’offerta lavorativa non in linea con i propri desideri: l’importante, per chi vuole migliorare la propria carriera, è porre delle solide basi per dei contatti futuri».