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Millennial

Toratora: la piattaforma che fa viaggiare a sorpresa i millennial

Giuseppe De Lauri, tra i fondatori della startup, racconta come è nata l’idea di pacchetti low cost con destinazione al buio in tutta Europa

Quando e perché è nata ToraTora?
Più di un anno fa. Io e l’alto co-founder Francesco Simeone abbiamo deciso di regalare un viaggio al buio a un nostro amico. Lui insisteva nel domandarci dove saremmo andati, ma gli abbiamo svelato la meta solo in aeroporto. Era titubante e anche un po’ timoroso, ma allo stesso tempo incuriosito. Alla fine ne è nata un’esperienza elettrizzante e il nostro compagno di viaggio ha ammesso che l’adrenalina della partenza l’ha reso indimenticabile. Da lì è nata l’idea di creare una piattaforma per viaggi a sorpresa. Francesco è volato a Los Angeles per capire come svilupparla e realizzare il business plan, mentre io sono andato a New York per raccogliere input su come impostare la user experience. Volevamo stare a contatto con le startup made in Usa per trasformare il nostro progetto in qualcosa di concreto. Al rientro a Roma lo abbiamo presentato all’incubatore Lazio Innova, la società della Regione Lazio che si occupa di innovazione, credito e sviluppo economico. Nel frattempo si è unito un altro co-founder, Tiziano Ciotti, che è lo sviluppatore del gruppo. Abbiamo condiviso il nostro piano con lui e trascorso le nostre nottate estive a ultimare la piattaforma.

Cosa permette di fare la piattaforma?
Chi sceglie il nostro prodotto non decide dove andare, ma soggiorna nelle città europee con i prezzi più bassi del mercato. Se un gruppo di amici vuole trascorrere tre giorni in Europa, può farlo al costo fisso di 179 euro a persona, in qualsiasi periodo dell’anno e qualsiasi sia la destinazione. È possibile scartare le località già visitate o che non interessano e scegliere l’orario del volo. Una settimana prima della partenza un’email comunica la destinazione, l’hotel e una guida per vivere da “local” la città in cui si approda.

Chi sono i fondatori della startup oltre a te?
Siamo tre ragazzi tra i 27 e i 32 anni. Io mi occupo della parte creativa legata alla pubblicità e al marketing. Francesco Simeone cura il lato (noioso) del business e delle partnership. Tiziano Ciotti lavora alla parte tech e allo sviluppo della piattaforma. Nonostante il ruolo impegnativo, credo che Tiziano sia il più rilassato dei tre.

Che background avete?
Io ho studiato Letteratura e Cinema in Italia, poi ho frequentato un master a New York in Emerging Technologies approfondendo user experience e user interface design, realtà virtuale, realtà aumentata, comunicazione visuale e marketing. Francesco si è laureato in Economia e Business, mentre Tiziano è ingegnere informatico.

Giovani dai 18 ai 35 anni, con attenzione particolare ai gruppi dai 21 ai 28. Viaggiatori incalliti che vogliono provare l’ebbrezza dell’inaspettato e neofiti del viaggio che vogliono conoscere persone del posto, capire le abitudini di una città senza seguire la massa.

Esistono altre aziende che forniscono il vostro stesso servizio. In cosa vi differenziate?
Non siamo i primi, ma lavoriamo per mantenere i prezzi fissi più competitivi rispetto agli altri. Inoltre noi forniamo il viaggio standard e il premium, che comprende anche un’attività a sorpresa. In più il nostro algoritmo decide la destinazione in maniera integrata e complessa, per esempio analizzando i flussi di persone nelle varie città e combinando hotel+aereo in modo da avere la massima qualità al minor prezzo. Siamo in grado di comprendere dove è orientato il turismo di massa in un determinato periodo e proporre un viaggio personalizzato in cui entrare a contatto con la gente locale, ma non con altri turisti.

Cosa prevede il piano di sviluppo della startup nei prossimi anni?
Abbiamo tante cose in mente, alcune riguardano la personalizzazione del viaggio (e mi fermo qui prima che qualcuno ci rubi l’idea), ma anche sull’esperienza stessa del cliente. Vorremmo sviluppare un ToraTora Club in ogni città dove far confluire chi ci sceglie e offrirgli servizi dedicati. Oppure sviluppare un’app in realtà aumentata e una guida digitale fatta su misura per i globetrotter.

Tra 20 anni come t’immagini l’organizzazione dei viaggi?
Sicuramente più dipendente dalla tecnologia. Grazie a questa si potrà comunicare con la gente del luogo, ricevere notifiche sulle cose interessanti da fare nel posto e creare viaggi su misura cuciti sui gusti e le caratteristiche di ciascun viaggiatore. Inoltre sarà possibile integrare il proprio itinerario con quello di altri, condividere esperienze live, ma soprattutto conoscere di persona chi sta percorrendo lo stesso cammino.

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