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JANNICK SINNER: CAMPIONE AGLI AUSTRALIAN OPEN

Il giovane azzurro riscrive la storia del tennis italiano. Nessun azzurro prima di lui era riuscito a trionfare in un torneo slam. Sacrifici doti e una grande forza mentale.

Alla fine, è festa. E’ apoteosi. Lo sport italiano scopre un nuovo campione.

Sono passati 48 anni da quel 14 giugno del 1976 quando Panatta vinse a Parigi. E in questi anni tante speranze, delusioni, attese, frustrazioni. Ma la storia è cambiata. Jannik Sinner, il giovane altoatesino che già da qualche anno si è fatto notare tra i tennisti emergenti della scuderia italiana, è campione agli Australian Open.

E’ il primo italiano nella storia ed è il suo primo titolo del Grande Slam in carriera. E il pubblico tributa l’evento con l’entusiasmo delle grandi occasioni. Un giovane italiano appena ventiduenne ha riscritto la storia del tennis italiano. 

Per il tennis italiano e per tutto lo sport azzurro è un giorno storico. Nessun azzurro prima di lui era riuscito a trionfare in un torneo slam.  Ha battuto in finale il numero 3 del mondo russo Daniil Medvedev al quinto set con il punteggio di 3-6 3-6 6-4 6-4 6-3. Un’impresa incredibile, arrivata dopo quasi 3h45 sui Rod Laver Arena di Melbourne, dopo una splendida rimonta quando Sinner era sotto due set a zero.

Una partita che sembrava compromessa ma che il nostro giovane campione ha saputo ribaltare grazie alle sue grandi capacità e alla sua grande forza mentale. Dopo avere battuto Botic van de ZandschulpJesper De JongSebastian Baez,Karen Khachanov, Andrey Rublev, ha eliminato il numero 1 del mondo Novak Djokovic.

Per Sinner si tratta il titolo numero 11 della carriera, che lo rende anche il più vincente italiano della storia del tennis, staccando definitivamente Adriano Panatta. Un trionfo nazionale e soprattutto dei suoi compaesani di Sesto Pusteria, cittadina in provincia di Bolzano, che lo hanno visto crescere fino a diventare il nostro giocatore più forte nel Rnking del tennis mondiale.

La sua grande forza mentale

“Non ce la faccio più. Sono morto” E’ la frase che ha gettato nello sconforto il suo pubblico e probabilmente anche il suo team, quando sotto di due set e sul punteggio di 40 pari sul suo servizio si è avvicinato al suo angolo e si è lasciato andare ad un momento di quasi resa.  Ma quello sfogo era soltanto un pretesto per caricare al massimo le sue energie mentali e provare a risalire la china. Sapeva già che il suo avversario era piu stanco di lui avendo disputato la semifinale dopo una battaglia interminabile ed anche che in precedenti occasioni aveva manifestato difficoltà e cedimenti nei momenti importanti della partita.

Poteva cedere quel tanto per far emergere quello che è la principale dote: la sua grande forza della mente. Che lo fa sembrare un veterano quando invece è ancora tanto giovane ma con un futuro luminoso di grande campione. Da quel momento ha ritrovato sicurezza e continuità sfoderando i suoi colpi migliori e soprattutto il suo micidiale servizio vincente.

Dopo tanti sacrifici iniziati fin da bambino per imparare e migliorarsi sempre di più nei campi di gioco doveva arrivare prima o dopo la giusta ricompensa.  Ha vinto. E la sua vittoria è anche un messaggio per i giovani della sua generazione e le generazioni future. Non mollare mai. Perchè con i sacrifici e la volontà si può ottenere ciò che si vuole.

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