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Scuola

RIPARTE LA SCUOLA CON IL NUOVO ANNO SCOLASTICO 2025/26

Tante le novità che attendono studenti e professori alla prima campanella tra riduzione della popolazione scolastica e maggiore responsabilità degli studenti. Le indicazioni nazionali in vigore dal prossimo anno tra dove manca ancora l’educazione sessuo-affettiva, con o senza il consenso dei genitori, che non è ancora legge.

Foto di Stefan Schweihofer da Pixabay

Si ritorna in classe in questo nuovo anno scolastico 2025/26 e saranno poco meno di sette milioni gli studenti, bambini e ragazzi che varcheranno i cancelli, 134mila meno dell’anno scorso. Colpa dei preoccupanti dati sulla denatalità. Si prevede secondo i numeri ufficiali in fase di elaborazione, che quest’anno mancheranno all’appello circa 100 mila studenti nelle scuole di ogni ordine e grado rispetto allo scorso anno scolastico colpa dell’inverno demografico che colpirà soprattutto elementari e medie.

Sui banchi di scuola sono già tornati l’8 settembre, gli studenti di Bolzano e provincia. Il 10 toccherà agli studenti e alle studentesse del Veneto, della Valle D’Aosta, del Piemonte e della provincia di Trento. E ancora, l’11 ai ragazzi friulani e il 12 ai lombardi. La maggior parte delle scuole riaprirà in realtà il 15 settembre, solo in Calabria e in Puglia le vacanze estive si allungheranno fino al 16.

In cattedra arriveranno anche 48.504 prof neoassunti, tra i quali 13.860 di sostegno, 44 docenti-educatori, 6.022 insegnanti di religione cattolica e 10.348 Ata (questi i numeri autorizzati dal governo per le immissioni in ruolo). Ma torneranno, come ogni anno, migliaia di supplenti: le stime parlano di 140mila, la maggior parte di sostegno, docenti per i quali le famiglie di alunni con disabilità hanno potuto chiedere per la prima volta la conferma del posto.

Il nuovo anno riparte con i nuovi dati e nuovi provvedimenti a carico degli studenti per una loro maggiore responsabilizzazione. Tante le novità in vigore quest’anno e le prospettive future non ancora ben definite come l’educazione sesso-affettiva, con o senza il consenso dei genitori, che ancora non è legge

Le novità.

Licei Scientifici in testa

Al rientro in classe, le scuole stanno per accogliere tutti gli studenti, Soprattutto i nuovi studenti che dopo l’esame di terza media stanno per iniziare le superiori. E sulla base dei dati forniti dal Miur questo nuovo anno scolastico la maggioranza degli studenti ha scelto lo scientifico tradizionale, che da metà settembre sarà frequentato dal 21,6% degli adolescenti del primo anno.

Il dimensionamento scolastico 

Sono tanti i ricorsi dei singoli Comuni disseminati per le regioni, come anche quelli presentati dai genitori degli studenti riguardo i piani di fusione, aggregazione o soppressione di scuole.  Con ricadute pesanti, secondo i ricorrenti, sull’utenza ma anche sull’organizzazione delle attività scolastiche. A causa del necessario dimensionamento scolastico a causa soprattutto della riduzione della popolazione scolastica sono aumentati i problemi: le distanze da scuola e problematiche delle famiglie e degli studenti come anche le difficoltà di un preside e di una segreteria di dover gestire non più quattro plessi ma sei o addirittura di più. E spesso molto distanti tra di loro.

Il nuovo piano Welfare e gli sconti per docenti e personale Ata

Il nuovo piano welfare del Ministero dell’Istruzione e del Merito promette di rivoluzionare la vita di docenti e personale ATA, introducendo una serie di interventi concreti e mirati per migliorare le condizioni di lavoro e di vita di circa un milione di persone. Dai nuovi alloggi a prezzi calmierati alla polizza sanitaria integrativa, passando per sconti su alimentari, trasporti e servizi bancari-

Divieto dell’uso dei cellulari anche nelle secondarie superiori

Gli studenti sono avvertiti. Perchè le sanzioni saranno severe. E’ la rivoluzione più difficile da digerire per gli studenti. Da quest’anno stop all’uso degli smartphone alle superiori sia a lezione che per tutto l’orario scolastico, ricreazione compresa. Un provvedimento necessario contro «gli effetti negativi» dei cellulari «sul benessere degli studenti e le loro prestazioni scolastiche»

Esame di stato: si cambia

Torna l’esame maturità. Un nuovo esame di Stato, come delineato nell’ultimo decreto del ministro dell’Istruzione e del merito, che punta a valorizzare non solo le conoscenze, ma anche la capacità argomentativa e la maturazione personale degli studenti. Restano le due prove scritte, mentre il colloquio si concentrerà sulle quattro discipline principali dei percorsi di studi, individuate con decreto del Ministro. Chi non lo fa deve ripetere l’anno. E si prevede la riduzione del numero dei commissari d’esame, che passano da sette a cinque: due commissari interni, due esterni e il presidente di commissione.

Inoltre, a causa dei casi verificatisi nell’ ultimo esame di stato dove alcuni studenti si sono rifiutati di sostenere l’esame orale per protesta contro la commissione ma sapendo di avere già superato l’esame il colloquio neipurissimi esami di stato non è valido se lo studente sceglie di restare in silenzio. Concorre alla valutazione dell’orale anche il percorso formativo complessivo, verrà presa in considerazione anche l’educazione civica e la formazione scuola-lavoro, che sostituisce i Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto). Il decreto prevede, infatti, che l’elaborato su cittadinanza attiva e solidale, per gli studenti con almeno sei decimi in condotta, sia oggetto di integrazione dello scrutinio finale.

La condotta degli studenti

Con il 6 voto di condotta esame di riparazione a settembre

Il comportamento degli studenti diventa una materia al pari di tutte le materie curriculari e come tale verrà valutata con l’introduzione di un esame di riparazione a settembre, nel caso in cui il giudizio fosse appena sufficiente. Il sei in condotta comporterà la sospensione del giudizio: i ragazzi verranno rimandati a settembre e dovranno presentare un compito su un tema di cittadinanza attiva, legato ai motivi che hanno determinato quel basso voto. Saranno promossi senza ulteriori prove solo gli studenti e le studentesse che, in sede di scrutinio finale, avranno ottenuto una valutazione superiore a sei decimi.  Una novità che era già scattata quest’anno per i maturandi obbligati a un lavoro aggiuntivo di educazione civica da discutere all’orale. Ora riguarderà tutti. I prof, in particolare, terranno conto di episodi di bullismo e di violenza.

Le sospensioni

Nei casi più gravi scattano i lavori socialmente utili

Cambiano, e radicalmente, le sospensioni dalle lezioni. Studenti e studentesse non verranno più allontanati dalle lezioni e mandati a casa ma impegnati con lavori di educazione civica o con lavori socialmente utili. Un provvedimento ragionevole visto che chi veniva sospeso rimaneva a casa approfittava per riposarsi «sul divano davanti alla playstation». Se la sanzione stabilita è di uno o due giorni, in casi ad esempio di danni alle aule o minacce ai compagni, gli studenti dovranno essere coinvolti in attività di approfondimento sulle conseguenze dei loro comportamenti decise dal consiglio di classe. Se la sospensione supera invece i due giorni, per condotte gravi o reiterate, scatteranno i “lavori socialmente utili”, ovvero attività di cittadinanza solidale presso onlus, enti benefici o associazioni con cui le scuole hanno stipulato convenzioni.

Le aggressioni

Arresto in flagranza per chi colpisce un prof

A seguito degli eventi dello scorso anno con una cinquantina di aggressioni contro docenti e bidelli il Consiglio dei ministri è corso ai ripari, con una modifica al Codice penale per la tutela dei docenti e dei dirigenti scolastici. Aumentate le pene per i maggiorenni che aggrediscono fisicamente professori e presidi provocando loro delle lesioni: si passa dall’attuale condanna che va da 6 mesi a 3 anni a una reclusione da 2 a 5 anni. Ed è previsto l’arresto obbligatorio in flagranza o in quasi flagranza, cioè quando l’aggressore viene preso subito dopo il pestaggio con oggetti o tracce di reato (bastoni, coltelli, tirapugni). Inoltre, il ministero dell’Istruzione insieme a quello del Lavoro ha reso strutturale la tutela assicurativa Inail per 10 milioni di studenti e docenti in caso di infortuni.

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