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Scuola

RAPPORTO DELLA FONDAZIONE AGNELLI SULLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO: LUCI E OMBRE

Era il 2011 quando la Fondazione Agnelli accese per la prima volta un faro sulla secondaria di primo grado italiana evidenziandone luci ed ombre.

Dieci anni dopo, nonostante la Buona Scuola, il Covid e la rinnovata attenzione all’istruzione la situazione non si presenta rosea: apprendimenti in calo, divari territoriali in aumento, docenti poco formati e troppo propensi alla fuga sono alcuni dei problemi che il Rapporto appena pubblicato pone in evidenza, ipotizzando anche come soluzione per uscire dalla crisi scuole aperte nel pomeriggio, laurea ad hoc per l’insegnamento, lezioni innovative, attenzione all’orientamento.

Studenti poco preparati

Nel 2011 fu pubblicato il primo Rapporto della Fondazione Agnelli sullo stato di salute della “scuola media”, che rilevava un declino degli apprendimenti dalle primarie alla secondaria di primo grado oltre ad un’esplosione delle disuguaglianze nei risultati in base all’origine socio-culturale degli studenti. Dieci anni dopo, la qualità degli apprendimenti alla secondaria di primo grado resta critica, inferiore non solo a gran parte degli altri Paesi avanzati, ma anche ai livelli che ci si sarebbe potuto attendere sulla base dei risultati della primaria.  Infatti, come dimostrano le ultime rilevazioni internazionali Timss (matematica e scienze) le conoscenze dei nostri alunni in IV primaria sono ampiamente sopra la media internazionale, mentre in III media scendono decisamente al di sotto.

Le due Italie dell’istruzione

A peggiorare il quadro intervengono i forti divari intercettati dai test Invalsi. Se al termine della primaria gli allievi nei diversi territori fanno registrare risultati simili, dopo tre anni di secondaria di primo grado il Sud resta molto attardato: 17 punti in meno per l’area Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e 27 punti in meno per Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia. I divari territoriali che la primaria riesce a contenere, nella secondaria di primo grado esplodono più che in passato.

Alunni disorientati

 Fondazione Agnelli sottolinea il valore di un orientamento consapevole per supportare alunni e famiglie nella scelta della secondaria di secondo grado: i dati di ricerca dimostrano che quando gli studenti scelgono gli indirizzi formativi che maggiormente rispondono alle loro competenze ed interessi, seguendo i consigli orientativi che derivano anche da prove psicoattitudinali, la probabilità di insuccesso al primo anno delle superiori si riduce considerevolmente, mentre è quasi doppia per chi non segua il consiglio orientativo indicato dalla scuola.

Troppi docenti precari

Nonostante il calo degli studenti del 3% rispetto a dieci anni fa, i docenti risultano aumentati del 13 per cento. Ancora troppo alta, però la quota dei professori precari: gli incarichi annuali erano 35.000 (19%), lo scorso anno circa 60.000 (30%), con un picco del 60% sul sostegno. Un elemento che di certo non favorisce la continuità. Non possiamo, poi, trascurare il fatto che proprio alla secondaria di primo grado “la giostra degli insegnanti” sia più attiva che mai, infatti solo il 67% dei docenti rimane nella stessa scuola da un anno all’altro (contro l’83% nella primaria e il 75% alle superiori), dati che pongono in evidenza come a risentirne sia la qualità delle lezioni.

L’analisi della Fondazione Agnelli

A fare un bilancio su questi dieci anni è Andrea Gavosto, direttore della Fondazione Agnelli, il quale sostiene che: “Rispetto a diesi anni fa, quando pubblicammo il nostro primo Rapporto, la situazione della scuola media non è migliorata: gli apprendimenti restano insoddisfacenti, i divari territoriali e le disuguaglianze sociali sono ancora più evidenti, i docenti non sono meglio formati, né la didattica è stata rinnovata, rimanendo molto tradizionale”. Guardando avanti il suo auspicio è che la secondaria di primo grado sia riportata “al centro dell’attenzione pubblica per farle ritrovare una mission che garantisca efficacia ed equità: consentire a tutti gli studenti di acquisire apprendimenti di qualità, fare crescere la loro capacità di studiare in autonomia, orientare a scelte più consapevoli per quanto riguarda gli studi successivi”.

Le proposte per il rilancio

Anche sfruttando l’occasione unica fornita dal Piano nazionale per la ripresa e resilienza (Pnrr) il Rapporto suggerisce di intervenire sia sulla componente docenti, sia sulle metodologie didattiche. Sul primo punto vengono suggeriti percorsi di formazione iniziali con un forte orientamento alla didattica, a partire da una laurea magistrale per l’insegnamento, oltre ad una valorizzazione della carriera dei docenti. Sul secondo si suggerisce di modellare la didattica sulle esigenze specifiche della scuola media attraverso l’adozione di metodologie più coerenti con l’evoluzione cognitiva ed emotiva degli adolescenti (ad es. gruppi di apprendimento tra pari e strategie meta cognitive); dall’altro pensando la scuola media come percorso di orientamento al futuro, con strumenti e metodologie didattiche che favoriscano la scoperta e la valorizzazione delle inclinazioni personali, il tutto estendendo il tempo scuola al pomeriggio.

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